Viaggio in camper
Data: 29/01/2018,
Categorie:
Etero
Autore: torromato
... fossero diretti, sapeva che andavano a nord, si appisolò leggermente, lo scuotimento, la stanchezza, dalla cabina di guida veniva della musica, la coppia era tranquilla. In quella specie di torpore in cui era piombata si accorse o ebbe l’impressione che piovesse, e…..si riebbe . Ora il mezzo era fermo, dovevano essere in un area di servizio e lo stimolo di urinare per lei se ne accorse; era fortissimo, doveva chiamare i suoi accompagnatori, era terrorizzata al solo pensiero di sporcare e alla punizione che avrebbe ricevuto. Aveva paura del frustino, quel malefico frustino da cavallerizza che avevano usato sul suo corpo segnandolo e……
Mi riebbi lentamente, qualche cosa era cambiato, non c’era più il classico scuotimento dovevamo essere fermi. Mi accorsi che si doveva sostare in un area di servizio, voci in una lingua che non conoscevo e …..non dovevo aver dormito più di un paio d’ore, ma quelle voci erano realmente in una lingua diversa…avevamo passato il confine. Fuori pioveva, sentivo il classico ticchettio delle gocce sulla carrozzeria, fui in ginocchio, la cintura di castità mi dava fastidio e rivoli di sudore scendevano lungo il mio corpo, bevvi avidamente l’acqua della ciotola, chiamai i miei padroni, dovevo uscire, dovevo urinare. Apparve la mia accompagnatrice, era bella, anche se vestita di tutto punto, un paio di calzoni da cavallerizza, gli stivali lucidissimi con un risvolto di pelle più chiara esattamente sotto il ginocchio, portava una maglia leggera. Mi ...
... sentivo niente, mi sentivo schiava e per la prima volta mi vergognai della mia nudità. Collare, catenella ai fianchi e la cintura che mi stringeva, d’istinto cercai di coprirmi , ma la donna scuotendo la testa mi fece segno di mostrarmi e messami in posizione chiesi…..
” L’umile schiava Clara chiede alla sua padrona di poter scendere per urinare”
Erano le uniche parole che potevo dire, sarei uscita anche nuda, non ce la facevo più e quasi mi torcevo per lo stimolo. Quella donna mi guardò con aria di sufficienza e senza dire una parola,si abbassò e aprì lo sportello della gabbia, aspettavo, aspettavo l’ordine per uscire e con mia felicità ci fu il cenno con la mano, uscì a carponi da quello spazio angustio e la donna mi fece metter in piedi e ..senza dire una parola mi mise addosso una specie di mantella, come si fa realmente con i cavalli. Mi chiuse quella mantella al collo, non aveva dove infilare le braccia, era una coperta di tela cerata con un unico bottone, me le strinsi addosso come potei, poi fu la volta del guinzaglio e uscimmo. Fuori piovigginava, eravamo leggermente spostati dall’area di servizio, da dove giungeva l’unica luce, li eravamo nella penombra; eravamo dove sostavano gli autocarri . Tir dalle targhe estere , la paura mi crebbe e con la paura il batticuore, c’erano delle persone che parlottavano e una coppia di donne di cui una tirata a guinzaglio non sarebbe passata inosservata e così fu. Quel brivido che si andava a concentrare nel mio ventre, mi stavo ...