1. Viaggio in camper


    Data: 29/01/2018, Categorie: Etero Autore: torromato

    UN GRAZIE A CLARA CHE MI HA SPIEGATO COME SONO FATTI I CAMPER PER I CAVALLI
    
    E detto questo mi obbligò ad aprirmi maggiormente a dare spettacolo e uno dei due scattò delle foto, sentì chiaramente il clic del telefonino, ora sapevo, molto probabilmente quelle foto nella mia speranza sbiadite sarebbero finite su internet o in qualche sito per guardoni e voyeur, chissà quanti si sarebbero fatti seghe e si sarebbero eccitati vedendole. La cosa mi fece schifo e fece crescere la voglia in me, stavo diventando un esibizionista e soprattutto cagna. La voglia del sesso era unica e danzava nella mia testa e nella mia figa come un indemoniata, Foto battute salaci, io mi eccitavo, non ero più io ma tutto questo , quello che stava accadendo mi piaceva. E alla fine la padrona mi fece smettere…….. Mi diede in mano la cintura di castità, che difronte ai due mi dovetti mettere da sola, quel freddo metallo, mi fece quasi impazzire da come si strofinava sul mio corpo. Mi dovetti aprire di più sotto gli sguardi affascinati dei due uomini e poi con calma ci dirigemmo verso il camper. L’uomo era già al volante, lo vidi chiaramente nella luce della cabina accesa, così salimmo, di nuovo il rito del collare, lo sgancio del guinzaglio e lo stacco del telo che mi era servito come impermeabile e coperta su cui mi ero aperta per quegli spettatori occasionali. All’interno un leggero tepore, anche se in estate fuori c’era un aria fresca sotto la pioggia, me ne accorsi come fummo all’interno e dopo ...
    ... essermi accucciata rientrai in quella gabbia. La cagna era nuovamente nella sua cuccia. La donna passò a controllare i cavalli, li accarezzo ricevendo un nitrito di ringraziamento, e poi ripartimmo. Io ero li dentro esausta ed eccitata . Quella puttana di donna aveva giocato con me e aveva voluto lasciarmi con la voglia e quell’eccitazione in qualche maniera la dovevo calmare, li accucciata nella gabbia con una lentezza esasperante e con una certa fatica riuscì ad infilarmi le dita sotto quella cintura che mi aderiva quasi come una seconda pelle, mi stuzzicai, mi facevo schifo, ma mi piaceva, ora il vizio nella mia testa la faceva da padrone.
    
    Mi contorsi, ero completamente sola al buio mentre il camper proseguiva la sua corsa in autostrada e….fui sulla schiena, mi ero distesa allargai le gambe e tirai su leggermente le ginocchia puntando i talloni, rimasi così in posa ginecologica, la gabbia era ancora tutta per me e mi toccai con tutta la disperazione di un animale in calore che non riesce a trovare il suo appagamento. Mi feci male, le mie nocche quasi si sbucciarono sul metallo della cintura nel tentativo di forzarla, ma non mi interessava. Piacere e piacere, cercavo solo quello e il piacere venne travolgendomi, ora non ero più io, volevo un maschio o una bocca di donna che mi forzasse, mani e cazzi per i miei buchi , lingue calde e viscide che giocassero con il mio corpo soffermandosi sui miei capezzoli e sul mio bottoncino…siiii una succhiata furibonda sul mio bottoncino ...
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