1. Il ragazzino


    Data: 30/01/2018, Categorie: Gay / Bisex Autore: taker87

    ... incamminò verso la sua aula.
    
    La giornata trascorse velocemente. Alla fine delle lezioni, come d’accordo, io uscii dalla palestra e mi diressi alla fermata dell’autobus. Al mio arrivo Lorenzo ancora non c’era. Mi sedetti su un muretto ad aspettare, ma lui non arrivava. Intanto sopraggiunse la corriera. Pensai –oh cazzo, ma dove minchia è finito? Non mi avevano detto che dovevo fare da baby sitter!!!-. Decisi di lasciar andare la corriera, aspettando quella dopo, nella speranza che Lorenzo si facesse vivo. Dopo circa altri 10 minuti lo vidi arrivare. Aspettai che mi raggiunse e gli dissi “ehi, ma dov’eri finito? Lo sai che abbiamo già perso la prima corriera?”. Lui con tono molto spento e guardando per terra mi disse “ti chiedo scusa, ho avuto un contrattempo”. Mi accorsi che c’era qualcosa che non andava e gli chiesi “ma che hai?” “niente…” rispose, e stava per allontanarsi, quando lo afferrai per un braccio e gli presi il mento per sollevargli la faccia. Vidi che aveva un taglio abbastanza profondo sul lato destro della fronte “ma guardati!” gli dissi “e questo come è successo? Guarda che è da disinfettare subito”. Lui non aprì più bocca. Presi un fazzoletto di carta e gli dissi “mettitelo in fronte che a casa ti riaggiusto”. Fece un sorriso. Arrivò un altro autobus e finalmente andammo a casa.
    
    Arrivati a casa mia, lo feci sedere su una sedia e mentre preparavo un po’ di cotone e acqua ossigenata, gli feci il terzo grado (manco fossi suo fratello, ma in questi giorni ...
    ... era sotto la mia responsabilità). “e quindi? Cosa ti è successo? Sei caduto? Ti hanno picchiato?”. Dopo qualche minuto accennò un “mi vergogno” ed io “di cosa?” “mi vergogno a raccontarti cosa è successo”. Mi misi davanti a lui con tutta l’attrezzatura per medicarlo, e mentre cominciai a pulirgli la ferita, gli dissi “vergogna o no, bisogna che me lo dici”. Lui si arrese, e mi raccontò l’accaduto “è da quando ho iniziato l’anno scolastico che un paio di compagni di classe mi prendono in giro e oggi all’uscita mi hanno proprio preso di mira, e dopo qualche spintone sono caduto su di un muretto con la testa”. “che stronzi” gli dissi, e chiesi “ma perchè ti prendono in giro?” e lui tentò di rispondermi “perché… ehm… ecco, hanno scoperto che io, che, insomma, a me… piacciono anche i maschi”. Le ultime parole le disse con una velocità pazzesca. Io intanto avevo pulito la sua ferita, e gli avevo applicato un cerotto, giusto per impedire alla ferita di riaprirsi. Mi alzai e gli dissi “ok, la ferita è a posto, che vuoi per pranzo?”. Lui rispose “e della storia che ti ho detto non mi dici nulla?” “beh che vuoi che ti dica, sono degli stronzi. Se vuoi domani ci parlo io” “ok ti ringrazio, ma per la storia sul perché mi prendono in giro?” “Oh tranquillo” gli dissi “io non ti prenderò di certo in giro. Personalmente non ci vedo nulla di male, anche perché…” mi avvicinai al suo orecchio “io sono un po’ come te, ma, sono cose che non si dicono in giro” e gli feci l’occhiolino. Mi diressi in ...