Kasja e la mia voglia di collant
Data: 31/01/2018,
Categorie:
Feticismo
Autore: FrancoT, Fonte: EroticiRacconti
... resistere alle sfacciate avances di quella ragazza che qualche minuto dopo scoprii che si chiamava Kasja. Ma Kasja aveva qualche cosa di particolare e non capii subito cosa fosse. Il bar era completamente vuoto e capii che spettava a lei chiudere il locale, qualora non ci fossero stati clienti. Parlammo un po', cercando in qualche modo di capirci. Aveva ventisette anni e lavorava in quel bar da quasi tre anni. Aveva tentato il lavoro di fotomodella, ma senza ottenere i risultati sperati e attualmente faceva un paio di lavori, oltre a quello per la quale l'avevo incontrata io. Ogni tanto si prestava per qualche sfilata di negozi locali, sia per l'abbigliamento che per le acconciature. Io non sapevo nemmeno che esistessero delle sfilate per le acconciature. Attorno alle 22 chiesi il conto, che si aggirava attorno ai 15 euro. Gliene lasciai 30 sorridendo e spiegandole che la mancia era per ringraziarla per la compagnia di quella sera ed ella, nel suo inglese stentato, mi fece capire che per salire in camera con me non erano sufficienti. Non me lo disse a voce, me lo scrisse su un biglietto che mi consegnò. Sempre con il suo malizioso sorriso, insieme al conto. Ricordo ancora quel foglietto giallo con la scritta “for your room 30 euro” e poi il suo volto, dietro al bancone, che mi implorava di accettare. Aveva completamente frainteso la mancia che le avevo lasciato. Io non avevo assolutamente inteso quello e tentai di farmi capire, ma non ci fu verso. Ormai il danno era ...
... fatto. Quello che ella aveva capito era quello. La prima cosa che pensai fu che a puttane non ci sarei andato, non avrei pagato per del sesso. Poi però soppesai la cosa ed accettai. Lo volli fare perché la situazione che si era creata era eccitante ed allora decisi di renderla ancora più piccante. Era carina ed il suo fisico doveva esserlo molto più del suo volto, quindi decisi di sperimentare. Presi il foglietto giallo, estrassi una penna dalla tasca interna della giacca e vi scrissi “22.30 on my room. With pantyhose and high heels for 60 euro”. Glielo consegnai ed ella restò sbigottita sia per la richiesta che per l'importo. Glielo lessi in volto. Riprese il foglio e mi scrisse “Ok. 22.45 on your rooms”. Io mi alzai e mi recai in camera, mentre ella si apprestò a chiudere il locale. La sentii uscire, allontanarsi con la macchina, una piccola utilitaria verde, per poi tornare alcuni minuti dopo. Ero sempre stato un feticista e con tutte le mie donne avevo cercato di spingermi verso il nylon e tutto ciò che gli si avvicinava. Molto spesso avevo trovato partner consenzienti, altre volte meno. Questa volta, non senza sbagliare, avevo deciso che se dovevo pagare, allora volevo essere io a decidere come ed in quale modo. Alle 22.45 Kasja bussò alla mia porta. Aprii ed ella entrò. Era vestita come prima, ma in mano aveva una borsa, tipica della spesa, con all'interno degli oggetti. La poggiò sul letto e ne estrasse una confezione di collant nuovi e dei sandali color oro con il tacco ...