1. La mia storia con lui - Capitolo 1


    Data: 31/01/2018, Categorie: Gay / Bisex Autore: Aramis, Fonte: EroticiRacconti

    ... l’opportunità di avere una prova della sua vera bellezza e forma per buoni... diciamo, tre secondi. E quando la lezione finì, mi accinsi ad uscire rapidamente, sperando di evitare un ulteriore contatto visivo (che evitai a tutti i costi, sperando che nessuno vedesse la mia espressione). Ma mentre attraversavo la porta sentii una mano che mi toccava una spalla ed un soffocato: “Ehi, Michele…” Mi voltai e trovai un Ben sorridente. Non sapendo cosa fare, dissi: “Ciao” e cercai una scusa per andare via, tipo che ero in ritardo per la lezione seguente. “Ma stiamo andando tutti e due nell’ala di lingue nel seminterrato.” Disse lui: “Perché non andiamo giù insieme?” Rimasi scioccato. Quella era la prima volta che lui penetrava apertamente nella barriera che avevo costruito e mi aveva parlato. Ma rifiutai, ricordandomi improvvisamente della prova d’orchestra che mi aspettava. Ero così maledettamente bravo a mentire, anche a me stesso. E così lui si allontanò, guardandosi indietro una sola volta e poi raggiungendo la sua combriccola. Aspettai finché non scomparve e poi corsi alla mia classe facendo un altro percorso. Quel giorno passò estremamente lentamente. Dire che passò è un’esagerazione. Alla fine della lezione dell’ottava ora stavo aspettando ansiosamente che la campanella rompesse il silenzio del pomeriggio e segnalasse la fine della giornata scolastica. Poi Ben mi trovò. Entrò nel laboratorio di informatica, disse all’assistente che doveva battere un compito e si sedette ad ...
    ... un computer sull’altro lato della stanza. Quando la campana suonò, io salvai il mio programma, chiusi la cartella, salutai il mio partner e mi preparavo ad andare a prendere l’autobus quando sentii quel tocco familiare sulla mia spalla. Ancora una volta era Ben e, come e più di prima, il suo sorriso splendeva, bene, diciamo che mi colpì con la sua semplicità assoluta. Questa volta fece una proposta. “Michele, ehi, come va?” Chiese. “Bene, più che bene Ben. Hai bisogno di qualche cosa? Io sto andando a prendere l’autobus e ho paura di perderlo.” “Nessun problema. Ti darò un passaggio a casa se vuoi.” Fu la sua replica. A quel punto ero tacitamente sotto shock. Il suo profumo, il suo sorriso, la sua mano sulla mia spalla, tutto di lui mi faceva impazzire. Volevo più di un passaggio da lui. Pensava che sarei andato alla festa di pre Halloween quella sera. Si chiedeva perché l’organizzatrice, una ragazza dal torace piatto che sapevo avere gli istinti di una cagna in calore non mi avesse invitato. Quello che lui non sapeva era che io avevo offeso la ragazza una settimana prima quando le avevo detto che lei era ossessionata (avevo contato 429 ritratti sul suo muro) da un particolare (e molto carino) ragazzo della band. “Ma Glenda mi odia, Ben; veramente. Credo che voglia uccidermi. Uccidermi con la sua voce o qualche cosa del genere. O, con i suoi capelli: frustandomi come Sindel chica in Mortal Kombat.” Lui rise. Io sorrisi. “Nessun problema, Michele molte persone hanno dato buca e ...
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