1. La mia storia con lui - Capitolo 1


    Data: 31/01/2018, Categorie: Gay / Bisex Autore: Aramis, Fonte: EroticiRacconti

    ... straordinariamente sedotto, mandato in trance da quell’angelo che sedeva vicino a me, toccando i miei piedi con le calze e strofinando lentamente e seducentemente il mio ginocchio in senso orario. Lo si sarebbe potuto dire guardando la protuberanza emergente nei miei pantaloni. Cosa stavo facendo? Mi stava diventando duro per Ben. Ben! Ben, fra tutti, stava strofinando le mie cosce e stava giocando a piedino con me! Io stavo avendo un’erezione. Il cazzo in tiro! E non ero neanche ubriaco. E neanche lui! Cosa può pensare uno se non ‘oddio’ in un momento come quello? Nel momento del mio panico, la voce di soprano disprezzata arrivò dalla cucina con due tazze di birra per Ben e me. Ma per un “incidente”, lei inciampò e le versò sui pantaloni di Ben. Uscendo dal mio stupore e dal tocco di Ben, mi offrii di trovargli un tovagliolo ed andai in cucina. Ben mi seguì. “È tutto ok, Michele. Posso farlo io.” “Ho già trovato questo per te. Asciughiamo bene. Dannazione, puzzi come mio padre dopo una notte fuori con suoi amici. “Sì, i miei genitori mi uccideranno se mi trovano così quando vengono a prendermi.” Disse lui: “Dannazione, io odio la birra, io odio avere i pantaloni bagnati di birra.” Ridendo risposi: “Perché? Li avevi già messi a bagno nella birra? Togliteli se vuoi e rimani in boxer.” “Io non porto mutande.” Fu la sua replica: “Mi stringono troppo.” “Ma non mi dire. Ehi, bel tipo, ti darò i miei pantaloni da portare per stanotte ed io resterò in boxer, inoltre, il ...
    ... settantacinque percento di questi stronzi sono troppo ubriachi per rendersi conto della bellezza delle mie gambe. Sei una taglia M, vero?” Lui sorrise. Io mi tolsi i pantaloni e glieli diedi. “Portali pure, Ben. Solo cerca di non macchiarli! C’è un bagno là, due porte sulla destra.” “Belle calze, sono uguali ai tuoi boxer.” Bene, le mie calze non erano uguali ai miei boxer verdi ma sorrisi. “È ok, io posso cambiarmi qui.” Io mi girai per cortesia mentre si toglieva i pantaloni bagnati di birra. “Ehi, Michele.” “Sì?” “Quella cagna voleva farmi questo, ok? Cosa ne pensi?” “Sì. E cosa vuoi fare? Ucciderla con la tua bellezza?” Quasi me la feci nei pantaloni in quel momento. Ero scivolato su quella parola, ma apparentemente non l’aveva notato. “No, guarda.” Mi voltai. Era nudo dalla testa ai piedi a con la doccetta del lavandino di Glenda in mano. “Ora farò una doccia… nella sua cucina!” E così dicendo aprì l’acqua e si divertì mentre l’acqua carezzava la sua pelle. La diresse all’interno delle sue cosce ed al punto in cui le sue gambe si univano. Io mi voltai, evidentemente imbarazzato, la mia erezione tendeva i miei boxer verdi. “No, Michele, guarda!” Io mi voltai lentamente. Aveva in mano una saponetta e si stava insaponando molto lentamente la zona pubica. Quando arrivò al suo set delizioso di palle, cominciò a lamentarsi. “Ben, fermati! Sciacquati dannazione! Io ritorno al divano. Ci vediamo là.” Avrei voluto restare e divertirmi a guardare la sua bella forma, ma mi dissi che non ...
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