I tormenti di nonna Marta (Parte Undicesima)
Data: 01/02/2018,
Categorie:
Incesti
Autore: Marco Sala, Fonte: EroticiRacconti
... con lui, a volte mi prendeva anche più volte al giorno ed io, lo lasciavo fare. Per esempio delle sere quando ti addormentavi sul divano stanca della giornata di lavoro, mi portava in un’altra stanza e voleva che lo succhiassi per poi scoparmi in piedi contro il muro o sul tappeto per terra. Obbligata a farlo, ero poi arrabbiata a morte per averlo fatto, soprattutto per averlo fatto alle tue spalle. E ti giuro che è vero. Quando incontrai Giacomo, pensai che fosse l’unico modo per fuggire di casa e da quella situazione, e forse anche l’unico modo per assolvermi da tutte le perversità che avevo fatto. Volevo uscire di casa e dimenticare tutto. Sposarmi con Giacomo era diventato l’unica via d’uscita, anche se, purtroppo, non l’amavo.” Vedendo che il buchino di Agnese era ormai bel lubrificato dalla mia saliva, tolsi le dita dalla sua fica e glieli infilai nel culo senza preavviso. Lei emise un grido di dolore e di sorpresa allo stesso tempo, ma si lasciò penetrare, quindi si accomodò meglio sul letto per favorire la mia penetrazione anale. Un po’ perfidamente ma anche con grande curiosità le chiesi: “Ma papà non ti ha mai presa in questo modo?” “Si, spesso.” “E ti piaceva?” “A volte..” “E adesso?” “Oh.. si mamma, è bellissimo, continua.. più forte.” Continuai a martirizzare il suo culetto con una violenza che lasciò stupita anche me stessa. Con l’altra mano tra le sue gambe cercai il clitoride per massaggiarglielo vigorosamente. Questo trattamento vigoroso e violento ...
... sembrava piacergli un sacco, a volte si dimenava quasi a voler sfuggire alle mie dita, a volte invece lo faceva per farsi penetrare più profondamente, sempre però emettendo gemiti di piacere. Non ci volle molte che i suoi gemiti si trasformassero in urla di piacere quale espressione dell’intenso orgasmo raggiunto. Una cosa comunque ancora non riuscivo a spiegarmi, se le piaceva tanto prenderlo nel culetto, perché in questi anni non l’aveva mai concesso a suo marito Giacomo? Allora per sapere la verità gli feci una domanda trabocchetto: “Dimmi tesoro, mentre ti penetravo il culetto con le dita, a chi pensavi? Chi immaginavi te lo facesse? Tuo marito o a tuo papà?” Appena riprese fiato mi rispose. “No.. no mamma, con Giacomo non ho mai voluto farlo.” “Allora pensavi a tuo padre..? “Oh mamma, mi vergogno dirtelo.” “Ho capito, sei proprio una monella, meriti una punizione.” “Oh si mamma, puniscimi. Non sono una monella, sono proprio una zoccola.” Io non avevo un vero bisogno di vendicarmi per quello che aveva fatto, ma avevo intuito un suo desiderio di punizione. Forse,questo suo desiderio di essere punita dalla madre per ciò che aveva fatto era, nella sua testa, l’unico modo di essere perdonata e redenta? Presi il mio borsone da viaggio, ci rovistai un poco e ne trassi un piccola cintura in cuoio. Mentre la piegavo in due, Agnese mi guardava supplicante. Era solo il desiderio di essere punita o semplicemente era vittima della perversione del masochismo? Quando alla prima frustata la ...