Io Sono Elbe |10| Gettare l'ancora
Data: 31/08/2017,
Categorie:
pulp,
Autore: Cigno
Quel pomeriggio, il caldo spaccava. Erano ormai le otto di sera eppure il sole era ancora alto nel cielo. Alice sentiva già di dover odiare quella sensazione di spaesamento astronomico. Per lei, la sera doveva corrispondere al buio e il mattino al giorno. Invece, in quella città, i mattini erano grigi, scuri e nebbiosi. I tardo pomeriggi erano invece lucenti. Una condizione carnascialesca. Sovvertita. Da far uscire pazzo perfino il più marmoreo dei pensatori. Eppure, sebbene la stanchezza fosse insormontabile, lei si ritrovò a bordo dell'imbarcadero diretto alla Riva sud del fiume Elba. Il traghetto era una imitazione dei vecchi battelli a vapore con il mulinello a pelo d'acqua, in pieno stile belle époque. Solido, dipinto in blu e bianco. Esisteva comunque un motore rumoroso e assordante. I turisti si affollavano per fotografare le coste dal centro del corso d'acqua. Alice stava poggiando i gomiti sul corrimano del ponte. Cercò il suo volto riflesso nell'acqua, senza riuscirci. L'andatura del traghetto increspava con piccoli onde la superficie e impediva a qualsiasi cosa di riflettersi. Fu il definitivo segnale che la ricerca di se stessi era naufragata, insieme ad ogni ulteriore speranza di serenità. Cercò di trattenere le lacrime. Sapeva che la prossima crisi di panico sarebbe potuta venire in qualsiasi momento. Doveva necessariamente evitare qualsiasi evento trigger che ne permettesse la ricomparsa. Estrasse un taccuino. Il suo taccuino da lavoro, quello che l'aveva ...
... accompagnata nel corso della sua carriera. Ad essere precisi, era uno dei tanti innumerevoli taccuini, dato che il ritmo con cui riusciva ad esaurirli era spaventoso. In particolare, il taccuino che si era portata dietro era quello dei primi colloqui con Elizabeth: le caricature di Jack Sparrow e Will Turner. Lo studio delle differenti personalità. La ricerca di una terapia. Era tutto scritto lì, in quelle pagine. Al centro, a mò di segnalibro, vi era ancora una matita mordicchiata. Altri tempi, vecchie glorie. Vecchie abitudini. Nel giro di pochi istanti, a bordo dell'imbarcadero del lungo Elba, si ritrovò a scrivere. Pagine nuove. Pagine inedite. Pensieri e riflessioni di un viaggio che non avrebbe mai dovuto fare. Conclusioni che non sarebbero mai arrivate. Soluzioni che non si sarebbero mai verificate. Sogni traditi. Desideri mancati. Aspettative deluse. Il suo animo era spezzato. La sua volontà era stata annientata dalle azioni inconsulte di un povero idiota. La povera idiota era lei. Quelle azioni inconsulte, erano sue. Dopotutto, gli stronzi che provano a rovinarti la vita son sempre esistiti. Molto spesso accade che, senza rendertene conto, la vita te la sei già rovinata da sola. Tutto questo flusso libero di coscienza fu trascritto, parola per parola, nel taccuino. Il tratto a matita era nervoso, scattante, ondeggiante. Alice ebbe i crampi alle dita dopo pochi minuti. Attraverso il dolore delle mani, Ella riusciva a stemperare la sua collera, la sua delusione. Si era ...