Hangover
Data: 02/02/2018,
Categorie:
Etero
Autore: ssbbw69
Apro gli occhi e mi ritrovo nella penombra: che ore saranno? E soprattutto: dove sono?
Giro la testa: la stanza mi è decisamente estranea. La luce che filtra dalle tapparelle mi fa pensare al mattino presto.
Io non mi alzo mai al mattino presto.
Nausea. Mal di testa. Bocca impastata. Arsura.
Signore e signori, benvenuti alla premiazione per la più colossale sbronza dell'anno.
And the winner is...
A fatica mi alzo. Sono nuda. E già, sono decisamente nuda. A fatica metto i piedi giù dal letto. Ho ancora due piedi. Bene. A fatica racimolo due pensieri.
A fatica mi alzo e barcollo.
Due soli pensieri: “dio che cazzo di mal di testa” e “dove cazzo saranno i miei cazzo di vestiti”.
Se ve lo state chiedendo, la risposta è: no, non ho un linguaggio da signora dabbene.
Su una sedia, ben piegata, trovo la mia maglia. Il resto, non pervenuto.
Andiamo a scoprire dove sono finita, mi dico uscendo dalla stanza.
Rumori di stoviglie e odore di caffè mi guidano verso la cucina, dove trovo unmetroeforsenovanta di maschio, capelli scuri cortissimi, barba di un paio di giorni modello straccia-ormoni, calzoni neri, piedi nudi.
Mi vede e sorride: “Buongiorno e buon risveglio. Come stai?”.
Ha un bel sorriso.
Vorrei ricordarmi qualcos'altro ma zero. Total black. Mugugno qualcosa di incomprensibile.
“Vuoi del caffè?”
“Acqua, grazie”. Ho detto solo due parole e mi pesa come se avessi scalato il Kilimangiaro. Saltellando su un piede solo.
“Sete, ...
... eh?”
“Cazzo, sì” rispondo io. Signora proprio.
Mi siedo su uno sgabello e rimango appollaiata, col culo nudo, un martello pneumatico nella testa e un paio di chili di domande da farmi.
Insieme all'acqua, mi arriva un bicchierone pieno di un intruglio verdastro.
“Bevilo - mi dice il tizio – è un toccasana per le sbronze. E dopo puoi aggiungerci un paio di pasticche per il dolore alla testa. Perché immagino che ti stia scoppiando”.
Mugugno di nuovo e questa volta è un mugugno di assenso.
Bevo l'acqua, poi lo schifo verdastro, poi ancora acqua, poi mi sparo due bustine di antidolorifico.
Giovane, carino e sorridente. Bel fisico asciutto. Pelosetto il giusto.
Chissà se la sera prima ci ho fatto sesso.
Lui sembra leggermi nel pensiero.
“Se ti stai chiedendo che cosa sia successo ieri sera , ti dico solo che il momento clou è stato quando eri piegata a novanta”.
Arrossisco.
“Sul water del mio bagno. A dare l'anima”.
Bang.
Colpo mortale per la mia già fragile autostima.
Una cosa del genere mi costerà almeno quattro sedute con la mia psicoterapeuta. Quanto fa 80 euri per quattro? Fa troppo, ecco che fa.
“Senti...” come cazzo si chiamerà?
“Nel caso te lo fossi scordata, io sono Sebastiano”.
Mi legge nel pensiero?
“Senti Sebastiano, mi dispiace davvero molto. Io di solito reggo l'alcol e...cazzo, sono così imbarazzata...voglio dire, di solito...”.
Mi impappino miseramente e lui sorride di nuovo: “Sì, lo hai detto, anzi quasi ...