L'ultima notte
Data: 03/02/2018,
Categorie:
Etero
Autore: Sabina Riva
... disse che non voleva che facessi quello, che era strano. Io lo guardai sorridendo e gli dissi che non doveva pensare a nulla e solo lasciarsi andare agli istinti. Lui mi guardò intensamente e si rilassò, io ripresi da dove avevo interrotto. Ben presto mi resi conto che stava per venire, allora presi di nuovo il suo pense in bocca, muovendomi con crescente intensità, e gli infilai maggiormente il dito nell’ano, stuzzicando il nervetto che si trova sul fondo. Quel movimento gli diede il colpo di grazia. Esteban mi venne in bocca, riempiendomela di liquido caldo. Mi alzai e lo guardai dritto negli occhi. Lui appariva più provato di me. Ci mettemmo a ridere e ci abbracciammo forte.Quella sera non avevamo riso nemmeno una volta, ci eravamo giusto scambiati qualche sorriso triste. Pensai che forse facevo meglio ad andarmene subito all’aeroporto e passare la notte lì. Almeno avrei evitato quella lenta agonia. Eppure non riuscivo accettare di sprecare così quell’ultima notte con lui. Mi immaginavo uscire dalla vasca e andare a prendere un taxi . Di sicuro avrei pianto fino all’indomani sia per la tristezza della separazione, sia per il rimpianto di non avere fatto nulla per rendere speciale quella ultima notte. La nostra storia era stata speciale. Aveva avuto dei momenti talmente belli che riportarli alla memoria faceva male. Purtroppo, però, oltre ai momenti belli ce n’erano stati anche molti orribili, e questo era stato fatale alla nostra unione. Quella notte volevo celebrare ...
... il bello che c’era in noi due. Ma più che una celebrazione sembrava un funerale. E non mi andava bene. Decisi di prendere in mano la situazione. Mi alzai di scatto, facendo cadere l’acqua fuori dalla vasca e riscuotendo Esteban dal torpore in cui era caduto. Uscii dalla vasca e mi misi l’accappatoio. Mi girai e guardai Esteban con aria risoluta. Il sesso era la soluzione per uscire dall’impasse di quella notte. Avevo immaginato che quella sera avremmo potuto cenare, bere e chiacchierare fino al mattino, ma evidentemente le nostre emozioni erano troppo ingombranti. Il sesso ci avrebbe salvato.“Voglio che mi scopi”. Lui mi guardò con aria risentita. “Sinceramente adesso è l’ultima cosa a cui mi viene di pensare. Credi veramente che possa uscirne qualcosa che non sia triste, doloroso e deprimente?”. Mi venne un groppo in gola a sentire le sue parole, ma continuai per la mia strada. “Io so solo che voglio celebrare quello che c’è stato tra noi, ma non trovo un modo per farlo bene. Noi due abbiamo sempre avuto molta fantasia e credo che potremmo viverci questa notte come un addio allegro e trasgressivo piuttosto che come uno lento, triste e desolato. Questa è la mia opinione.” Esteban mi guardava incuriosito adesso. La mia era pur sempre un’idea intrigante e la stava valutando. Mi resi conto che non potevo lasciare a lui l’iniziativa quella sera, e che dovevo fargli sentire quanto lo desideravo ed esporgli la mia fantasia. Altrimenti saremmi finiti a fare una canonica scopata in ...