1. L'ultima notte


    Data: 03/02/2018, Categorie: Etero Autore: Sabina Riva

    ... posizione del missionario e tra venti minuti saremmo stati punto e a capo. E non volevo assolutamente che accadesse una cosa del genere. A quel punto sarei stata a corto di idee su come risollevare le sorti della serata.“Voglio essere la tua schiava stanotte, voglio che tu mi dica tutto quello che vuoi che io faccia, anche la cosa più stupida e insignificante. Io non parlerò a meno che tu non mi faccia una domanda. E non dirò di no a nulla. Voglio che tu mi prendi e mi usi per tutto quello che ti passa per la testa. Che metti in atto ogni tua fantasia.” Esteban mi guardo con occhi diversi. Avevo toccato il tasto giusto. Mi fece un sorriso complice. Aveva capito anche lui he quello poteva essere un buon modo per dirsi addio. Si alzò, e vidi il suo membro indurito. Uscì con movenze feline dalla vasca. Avevo sempre apprezzato le fattezze del suo corpo, era tonico e snodato. Mi si avvicinò. Mi aprì con forza l’accappatoio e lo gettò per terra. “Vuoi essere scopata dunque. Mmm...forse posso fare qualcosa al riguardo, ma dovrai attendere un po’. Intanto inizia con il succhiarmelo un po’, poi vedremo.” Vedendo Esteban entrare così presto nel ruolo mi stranii un po’. Ironicamente ero io quella che doveva ancora entrarci. “Allora, ti muovi?”. Annuii. Mi abbassai sulle ginocchia e gli presi in bocca il pene ed iniziai a succhiarlo come mi aveva chiesto. Non feci che qualche movimento che lui mi prese i capelli con una mano e mi tirò con decisione la testa indietro. Si abbassò e mi ...
    ... schiaccò un seno con forza e lo tirò, facendomi sporgere il busto verso di lui. “Adesso giochiamo un po’ io e te!”. Mi fece un po’ male e allo stesso tempo sentii contrarmisi la vagina e mi resi conto che mi stavo eccitando.Lui si alzò e uscì dal bagno. Ritornò con due lunghi lembi di stoffa. Ne prese uno e mi bendò gli occhi stretto. “Ci vedi?”. Scossi la testa. “Bene. Se per qualsiasi motivo ti faccio male tu fammelo presente, altrimenti io andrò per la mia strada. Veramente, se non ti va qualcosa dimmelo!”. Anche in un contesto del genere era tenero. Io però volevo rientrare al più presto nel nostro gioco e lasciar perdere quelle considerazioni. Annuii. “Alzati”. Mi misi in piedi. Lui mi prese per mano e mi accompagnò fuori dal bagno. La sensazione di cecità mi estraniava dallo spazio ma allo stesso tempo rendeva i miei altri sensi molto più recettivi. Ci fermammo e sentii il rumore di una finestra aprirsi e l’aria fredda colpire il mio corpo nudo. Poi mi sentii spingere avanti e, dal rumore delle auto, capii che mi stava facendo andare sul terrazzo che dava sullo stradone. Sperai che non avesse acceso le luci. Se fosse stato buio difficilmente qualcuno avrebbe potuto vedermi. Ma io non potevo saperlo. Mi irrigidii un po’ pensando a chi poteva vedermi. Esteban di sicuro mi stava mettendo alla prova. Sapeva perfettamente che non ero per nulla esibizionista. Io comunque ero decisa a non lasciarmi intimorire. L’aria fredda mi accarezzava il corpo e sentii i miei capezzoli ...
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