1. Iniziazione - 4


    Data: 08/02/2018, Categorie: Gay / Bisex Autore: adad

    E giunse finalmente il “gran” giorno. Il giorno in cui diventai a tutti gli effetti l’amante di Roberto. Ma ancora non sapevo cosa sarebbe successo in realtà, avevo solo la testa piena di fumose e conturbanti fantasie, il cui unico effetto fu quello di tenermi in uno stato di eccitazione febbrile.
    
    Fortunatamente, i miei erano indaffarati nei preparativi per le vacanze, giornate intere in giro per compere e prenotazioni, per cui non badavano a me e avevo tempo e modo per
    
    starmene fuori dai piedi tutto il tempo che volevo.
    
    Non so neanch’io come passai la serata precedente e la mattinata, ho solo vaghi ricordi di quelle ore. Non riuscivo ancora a capacitarmi che avevo scopato, e non in una figa, ma nel culo di Roberto… Roberto mi aveva offerto il suo culo… e io lo avevo sverginato! E adesso il suo culo mi apparteneva, così mi aveva detto, potevo incularlo tutte le volte che volevo! Se non avessi avuto l’uccello che continuava a bruciarmi, forse non ci avrei creduto.
    
    Ad un certo punto, corsi in bagno e me lo guardai: era ancora un po’ rosso sulla punta, la cappella non si scopriva più, ma non era nemmeno chiusa come prima e Roberto mi aveva assicurato che, continuando a chiavarlo, sarei riuscito a scoprirla del tutto, proprio come la sua! Questo pensiero mi diede un brivido di piacere. In fretta e furia mi tirai una sega, mi raccolsi la sborra sul palmo della mano e la guardai incuriosito: era meno densa di quella di Roberto. Mi risentii sulla lingua il suo sapore ...
    ... amarognolo. Chissà come era la mia?
    
    Senza pensarci, mi portai la mano alle labbra e la sfiorai con la punta della lingua, poi ne leccai un po’: era più dolce della sua. Mi leccai tutta la mano con avidità; quindi mi rimisi a posto e tornai alla frenetica vita sociale della famiglia.
    
    Finalmente, arrivò il pomeriggio, il momento di tornare da lui. Appena potei, inforcai la bici e corsi all’appuntamento; ma Roberto non c’era! Deluso, mi appoggiai al portone.
    
    Perché non era lì? Eppure me l’aveva promesso che ci saremmo visti.
    
    E se non si era fatto trovare perché era stufo di me? Mi sentii strappare il cuore… Eppure me l’aveva detto lui di tornare… Me l’aveva promesso, gemetti. Che fare, adesso? dove sarà andato?
    
    Decisi di aspettare un po’, e finalmente, dopo una mezzoretta:
    
    “Ciao”, mi sentii dire.
    
    Mi voltai: era lui, più seducente, più affascinante che mai, con un paio di leggeri pantaloni bianchi e una camicia aperta sul petto. Il sollievo mi fece toccare il cielo!
    
    “Ciao”, risposi, mentre il cuore mi batteva con forza, quasi togliendomi il respiro.
    
    “E’ molto che aspetti?”
    
    “No… sono qui da poco.”, mentii.
    
    “Perdonami, tesoro, ma avevo una commissione da fare e mi hanno trattenuto più del previsto… e non avevo modo di avvertirti. Non potevo mica telefonarti a casa, giusto?”
    
    “Giusto”, feci io, sapendo che quegli incontri erano il nostro segreto particolare.
    
    “Vieni, andiamo dentro.”
    
    Salendo le scale, mi cinse le spalle con un braccio e si chinò ...
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