Iniziazione - 4
Data: 08/02/2018,
Categorie:
Gay / Bisex
Autore: adad
... letto, si chinò su di me e prese a baciarmi dappertutto. Mi mordicchiava le orecchie, mi baciava sul collo, mi leccava i capezzoli, li succhiava, mi leccava la pancia, facendomi roteare la lingua nell’ombelico.
A poco a poco mi rilassai e mi abbandonai a quelle straordinarie sensazioni. Intanto lui mi carezzava e baciava e leccava le cosce, i polpacci, i piedi… e di nuovo i capezzoli, il collo, le orecchie… Vibravo come la corda di un violino.
Finalmente mi sfilò le mutandine e prese a leccarmi l’uccello e le palle, a lungo, dolcemente. D’un tratto, mi accorsi che mi stava girando a pancia in giù e prendeva a carezzarmi le natiche, le leccava, le mordicchiava mugolando. Ed ecco che sentii le sue mani allargarmele, sentii che metteva a nudo il mio forellino inviolato.
Ci sentii sopra il suo alito caldo… Ebbi un moto di ripulsa, ma Roberto mi tenne fermo e subito dopo la sua lingua cominciò a leccarmi proprio lì, sul buchetto, e attorno, con pazienza. La punta della sua lingua indugiava millimetro per millimetro a vellicare ogni nervetto sensibile. La sentivo calda, bagnata… Cominciò a premere sull’apertura, penetrava leccando e leccava penetrando, si ritraeva, poi leccava di nuovo scivolando più a fondo…
Mi rilassai del tutto, mentre lui, sempre lavorandomi di lingua il buchetto, mi aveva sollevato il culo, mettendomi piegato a ginocchioni, per rendere più facile e piacevole la sua operazione.
Quando capì che non offrivo più resistenza, Roberto cominciò ad ...
... allargarmi l’apertura
con le dita e a leccarmi sempre più dentro. Poi sentii che mi infilava un dito.
“Ti fa male?”, mi chiese premurosamente.
“No”, risposi con voce soffocata più dall’emozione che dal dolore.
Al che, lasciandomi dentro il dito, lui riprese a leccarmi tutt’attorno l’orifizio, per renderlo ancora più morbido e cedevole. Finalmente si tirò su, tolse il dito, mi allargò bene le natiche e mi puntò sul buchetto la punta del cazzo, che nel frattempo si era unto per bene con la sua crema. Mi prese ai fianchi e spinse un poco.
Un lampo di dolore mi lacerò le carni, non appena la cappella si fece strada nel mio buco vergine. Gemetti.
“Sta buono… - mi sussurrò Roberto – sta buono, adesso passa.”
E in effetti, dopo un po’ il dolore si attenuò.
“Ti fa ancora male?”, mi chiese.
“Meno” risposi con voce strozzata.
Allora, lui riprese a spingere lentamente. Ormai il mio buco era aperto, il suo cazzo
scivolava dentro, sia pure a fatica, continuava la sua avanzata. Era come se qualcosa di enorme mi stesse entrando dentro, mi dilatasse, la mia carne vergine cedeva più docilmente adesso. E lui non finiva mai di entrare. Finalmente, lo sentii appoggiarsi alle mie natiche.
“Oh, tesoro, - sospirò Roberto – lo hai preso tutto. Ti fa male?”
“No”, mentii.
In effetti, al dolore subentrò a poco a poco l’impaccio di sentirmi dentro quel palo enorme e duro; all’impaccio subentrò lentamente un senso di fastidio; al fastidio, infine, subentrò abbastanza ...