1. La figlia della mia amante


    Data: 12/02/2018, Categorie: Tradimenti Autore: AltaVelocita

    ... lecca sia le zampe posteriori con delle puntate verso il suo uccello.
    
    “Oooh, ma non sapevo che avessi un cane. E come si chiama?” mi fa mentre si alza dal divano e si accoscia accanto al cane accarezzandolo sulla testa.
    
    “Marengo … “ rispondo. E lei “Che nome buffo. E che significa ?”. Io di rimando “Beh sai nei tempi antichi i marenghi erano monete d’oro zecchino, molto preziose. E lui per me è molto prezioso …” Mi guarda e fa, sorniona “ Davvero dici? E ci sono altri, ehm … soggetti, che sono preziosi per te”. Si vede che vuole andare al sodo, ma, mentre gira la testa verso di me per guardarmi in viso, il cane, malandrino, si è girato sulla schiena e sta spaparanzato a godersi il vellicare delle unghie laccate di blu cobalto di Arianna, adesso sulla sua pancia. Se la gode tanto che il suo cazzo rosso emerge, crescendo rapidamente, da mezzo i peli.
    
    Quando Arianna se ne accorge emette un altro “Oooh “ di sorpresa e si rizza in piedi, ridendo nervosamente. Per toglierla dall’imbarazzo, convinco Marengo a sloggiare sul terrazzo mentre lei si chiude in bagno. Ci mette parecchio ed io do un’occhiata dentro la sua borsa. Ci sono le sneaker, i calzini ed anche il reggiseno (prima misura).
    
    Quando esce dal bagno è rinfrescata e con una leggera traccia di rossetto sulle labbra. Le offro di nuovo da bere ma rifiuta e allora capisco che è venuto il momento delle confidenze.
    
    “Senti … “ mi fa, sedendosi ancora sul divano “io mi vergogno un po’ a parlartene ma sai, con ...
    ... tutte le spese che ho avuto per organizzarmi qui a Roma, … beh … ho accumulato un po’ di arretrato con il padrone di casa e adesso sono arrivata a ottocento euro di debito. Se non pago ho paura che, oltre a buttarmi fuori di casa, beh lui, che non è un tipo molto raccomandabile, vorrebbe forse essere pagato … comunque … “. Quel “comunque”, pronunciato in un italiano con un accento molto particolare, uguale a quello della madre, ha su di me lo stesso effetto afrodisiaco. Sento il mio cazzo crescere dentro le mutande.
    
    Mi alzo e le faccio cenno di seguirmi. La faccio entrare dentro la mia biblioteca. È una grande sala con il legno dappertutto: pavimento, pareti e soffitto. Ci sono centinaia di volumi che tappezzano le pareti e al centro della sala una scrivania enorme, davanti alla quale staziona una antica poltrona in pelle, con dei braccioli intarsiati. Giro intorno alla scrivania ed arrivo davanti ad un quadro incastonato nel legno che ricopre la parete. Rappresenta il mio zio cardinale, in porpora. Spingo un pulsante nascosto sotto la cornice e il quadro si stacca dalla parete, girando sul lato verticale e scoprendo una cassaforte (come nei migliori film polizieschi). Digito la sequenza di tasti e lo sportello si apre. Immergo la mano e tiro fuori una grosso mazzo di banconote da cento euro. Conto le banconote e dico “Facciamo cifra tonda”, lasciandole sulla scrivania. Butto il rotolo di denaro nella cassaforte e la chiudo. Mio zio lentamente torna al centro della parete, il ...