In progress - 03
Data: 02/09/2017,
Categorie:
Dominazione / BDSM
Autore: Gelo, Fonte: EroticiRacconti
... i capelli. Mi baciò il collo. Ansimavo. Volevo capire cosa mi era successo. 'Qui ti piace?' Mi pizzicò la figa. 'No, no, ti prego... ', smise. 'Non qui', gli baciai l'orecchio. 'Allora andiamo'. Mi prese per mano e mi condusse fuori. Cercammo Aldo, per salutarlo. Io nemmeno sapevo chi fosse. Uno stronzo, non mi ero persa nulla: squadrandomi, gli augurò buona scopata. Ero fiera del mio uomo, mi strinsi a lui: non me ne fregava un cazzo degli altri. Potevano sparire tutti. Arrivati alle macchine mi passò la chiave ed entrò dalla parte del passeggero. Cazzo, mi faceva davvero guidare una Porsche! 'Faresti prima una cosa per me?', mi chiese. M'indicò il tizio che controllava le auto, il buttafuori. 'Mi piacerebbe vederti con lui.' Riguardai il tizio, palestrato con la testa rasata. 'Ma una cosa seria.' LUI. Si decise tutto in quegli istanti. Io ero in auto, lei in piedi che teneva la portiera aperta. La vedevo lottare con se stessa. Era intelligente: sapeva cosa avrebbe significato. Nell'intimo non desiderava altro, ma ne era spaventata. La rassicurai passandogli un dito sul capezzolo che avevo massacrato. 'È solo un gioco. Girati.' Presi dal cassettino il tubetto di crema. LEI. Mi fece voltare. Fissavo la siluette del buttafuori, al buio con dietro le luci e la musica della disco: un tipo con spalle e torace enormi. Dietro di me, Daniele mi palpava le natiche, da sotto la gonnellina, tirandomi il filo del perizoma. 'Allora, ci stai?' Annuii deglutendo. Mi chiese di togliermelo. ...
... Faticai a passarlo sui sandali. Non appena fui di nuovo ritta, in equilibrio, le sue dita mi cercarono l'ano e s'introdussero, unte di crema. Mi parve di perdere l'equilibrio. Cazzo sto facendo? LUI. Non dovevo darle tempo di pensare. Gli cacciai in mano dei soldi: 'Sono per lui. Cento. Digli che lo voglio vedere mentre t'incula.' LEI. Sfilò le dita e mi diede una leggera spinta: andai. Camminavo sulla ghiaia col culo unto. Ero talmente eccitata che sentivo solo due cose: l'aria fredda sulle cosce e il suo sguardo dietro, fisso sul mio culo. Mi fermai a mezzo metro dal palestrato, che aveva visto i nostri movimenti vicino all'auto; gli passai i due biglietti, ma non riuscivo a parlare. 'È Daniele?, cosa vuole?', mi chiese. M'incazzai: lo conosceva! 'Sto stronzo conosceva già il mio uomo. Ero gelosa. 'Devi incularmi.' Lo sentii dire qualcosa alla radio e mi seguì verso la Porsche. Mi aveva fregata; aveva già in mente tutto. Mi usava come la peggiore delle puttane. Credeva di potermi comandare? Invece mi sentivo da dio, con lui chiuso in auto come un guardone ed un maiale che aspettava che gli sbottonassi i pantaloni. 'No, non ti tocco neppure, puoi solo in culo.' Cazzo!, erano loro ai miei piedi! Durò poco. Subito l'angoscia mi prese allo stomaco. Ne cadde fuori una mazza pesante, che dondolò un paio di volte puntata a terra, ma che gli si rizzò subito in mano. Ero ipnotizzata. Per un attimo sperai che il maiale non trovasse il preservativo; invece lo trovò. Qualche colpo di ...