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Festa di classe
Data: 13/02/2018, Categorie: Gay / Bisex Autore: Federossetta
... da quella del padre” “Sono tutte chiuse a chiave” “Tutte?” “Be’ in teoria quella della sorella ha la chiave nella toppa, ci puoi entrare.” Ci guardammo in maniera che non saprei descrivere e dopo un attimo di silenzio io mi feci avanti: “allora io uso qualche maglia della sorella, ne avrà qualcuna da maschio.” “Si faremo così” Disse Andrea mentre si incammina a verso la camera. Dopo tutto non c’era niente di male nel prendere in prestito dei vestiti, anche se l'idea di indossare qualcosa femminile mi eccitava parecchio. Guardai Marco, che era rimasto zitto e mi fissava in modo strano. “Che c'è?” chiesi. “Niente. Fai te la doccia adesso?” “No tranquillo vai pure, io la faccio dopo” Si alzò ed entrò in bagno. Mentre lui si lavava mi chiamò il padrone di casa, Lorenzo, per dirmi che gli altri andavano a dormire ciascuno a casa propria e che noi potevamo dormire a casa sua senza fare casini. Gli dissi che già ci eravamo sistemati e che probabilmente avremmo dormito due sui divani e il terzo nella camera della sorella. Lui acconsentì e mi diede appuntamento all'indomani. Ad un certo punto entrò Andrea e risi per il suo pessimo abbinamento. Aveva dei pantaloni della tuta e una t-shirt attillata con un gattino disegnato. “Pantaloni corti non ne aveva?” chiesi ancora ridendo. “Si ma erano troppo stretti. Dai non guardarmi così, piuttosto continua la partita che dopo tocca a me. Vado a farmi una siga adesso.” Con un cenno lo salutai. Subito dopo arrivò ...
... Marco completamente nudo e senza alcun imbarazzo mi disse che aveva finito. Non sentii altro: uno splendido cazzo gocciolante pendeva tra le sue gambe e rimasi a bocca aperta. Lui sogghignò: “Dai che non è tutta quella roba.” “Ma cosa dici? Ne avessi io uno così…” “Nel culo?” “Non sono gay coglione” “Ah, era solo una curiosità tranquillo” sempre sorridendo entrò nella camera della sorella di Lorenzo. Perplesso e indignato entrai invece nel bagno, ma qualcosa mi spinse a lasciare la porta accostata. Ero entrato da poco nella doccia quando le luci si spensero. Sentii dei passi avvicinarsi e una mano aprì la porta scorrevole della doccia. Dalla penombra riconobbi il cazzo di Marco, bello in tiro e di dimensioni ragguardevoli. Senza dire una parola lo accarezzai sui pettorali e in una lenta discesa arrivai in ginocchio davanti al suo membro. Spolverare le mie doti da pompinaro fu facile, iniziai da piccoli baci sulla punta accompagnati dall'andamento ritmico della mano che faceva andare su e giù il prepuzio. Poi gradualmente cominciai a farlo entrare in bocca. Una volta completamente dentro assaporato con gusto il momento succhiando a fondo, quando cominciai a perdere fiato lo lasciai andare a malincuore per poi riprenderlo subito dopo. L'aggiunta della lingua fu l’arma in più. Dopo poco tempo il pompino aveva preso un ritmo forsennato, potevo sentire il mio gorgogliare e i suoi ansimi di piacere. Quando stava per venire, tolse di forza il suo splendido cazzo dalla ...