La favola di hairlessneve e dei 7 (o)nani(sti) - parte 1
Data: 02/09/2017,
Categorie:
Gay / Bisex
Autore: honeybear, Fonte: Annunci69
PREMESSA
Questo racconto, come anticipato nell’ultimo pubblicato ‘La favola di Cappuccetto Orso’, continua il mio personalissimo, spensierato e divertito (e spero divertente) omaggio all’amato mondo delle fiabe.
Buona lettura e buon divertimento a tutti!
Baci, Honeybear
LA FAVOLA DI HAIRLESSNEVE E DEIi 7 (O)NANI(STI)
Una volta, nel cuor dell'inverno, mentre i fiocchi di neve cadevano dal cielo come piume, un Re si stava trastullando con il suo enorme membro, seduto accanto ad una finestra dalla cornice d'ebano.
E così, socchiudendo gli occhi mentre stava per venire, sentì uno dei fiotti di sborra calda inumidirgli le labbra e la barba intorno. Il resto schizzò copioso sul manto di pelo nero che ricopriva il muscoloso torace.
Alzandosi, si avvicinò allo specchio appeso al muro, per rimirare compiaciuto gli effetti del lavoro svolto. Quella meravigliosa crema chiara, creava un tale contrasto con il rosso delle labbra ed il nero della barba, ch'egli, mentre iniziava a ripulirsi ingoiandone ogni singola goccia, pensò:
"Ah… Magari avessi un figlio bianco come la neve, rosso come il sangue e dal pelo nero come il legno della finestra!".
Fu accontentato pressoché in tutto, poiché nacque realmente un figliolo con quelle caratteristiche. Lo chiamarono HairlessNeve.
(S)fortunatamente la Regina morì nel darlo alla luce.
Per questa ragione, il Re decise di non risposarsi, preferendo scegliere nella cerchia di Corte, un compagno con cui giocare nei momenti di ...
... solitudine. Il prescelto fu un giovane uomo di nome Grimildo, estremamente bello, con un corpo scultoreo che sembrava fatto di marmo tanto era glabro, liscio e levigato. In quel candore, risaltavano i suoi occhi neri, del medesimo colore dei capelli e del pelo pubico che, dalla base del grande uccello circonciso, saliva a disegnare un delicato e sottile triangolo scuro. L’uomo tuttavia era superbo e prepotente, e non poteva sopportare che qualcuno lo superasse in bellezza.
Possedeva uno specchio magico, che in genere consultava mentre cavalcava ferocemente uno dei tanti servitori di colore superdotati che si prendevano cura di lui quando il Re era lontano. E chiedeva:
“Dal muro, specchiettooohhh… Ooohhh, dillo: nel regno chi è il più bellooohhh? Ooohhh…”
E lo specchio rispondeva:
“Nel regno, Messere, tu sei quello!”
Ed era contento, perché in genere la risposta arrivava mentre l’uccello d’ebano che lo stantuffava, si svuotava copiosamente dentro di lui o nella sua bocca (la cui gola poi, con un certo impegno, deglutiva tutto quel seme), e poi perché naturalmente, sapeva che lo specchio diceva la verità. Così, pago di tutta quella felicità anche lui veniva. E lo faceva sul petto e sul torace di una delle divinità greche che l’avevano appena scopato o sul suo corpo, obbligando poi lo schiavo di turno a ripulire per bene.
E intanto HairlessNeve cresceva, diventando sempre più bello. Compì vent’anni ed era bello come la luce del giorno: alto, ben proporzionato e glabro ...