Sull'autobus
Data: 15/02/2018,
Categorie:
Etero
Autore: Farfallapazza
... farmi sfuggire qualche gemito di passione In quel momento, però, fui colta da una tremenda paura… Andava bene stuzzicarci un po', però ora… stavamo davvero esagerando.. I miei però non erano ragionamenti moralistici, il mio terrore era che qualcuno ci scoprisse e dato che quella gente quasi tutte le sere la incrociavo su quel pullman… Inoltre eravamo fermi in un ingorgo, a qualcuno poteva sembrare strana la nostra posizione così particolare, appoggiati di sbieco al corrimano della scala… Sopraffatta da tutti questi pensieri, mi decisi allora a porre fine a quel gioco; approfittando di un piccolo spazio sul gradino di fronte, feci per salirci sopra, alzando il piede sinistro per farmi avanti… Pensavo che con quel gesto il ragazzo avrebbe capito e avesse lascito scivolare fuori le dita dalla mia guaina bollente, ma mi sbagliavo. Quando avevo già poggiato il piede sullo scalino e stavo per staccarmi da terra anche con l’altro, una forza incredibile, attraverso la mia vagina, mi fece sbilanciare e tornarmene al posto di partenza. Con un solo dito, agganciato saldamente nella mia figa, m’aveva riportato indietro. Era un modo per dirmi che, a quel punto, non potevo più sfuggirgli. Il gesto era stato un po' brusco, mi aveva anche fatto un po' male, ma in quel momento la mia mente era tutta in agitazione: temevo che qualcuno avesse potuto accorgersi di qualcosa, a causa del movimento goffo che avevo effettuato. Me ne stavo appoggiata completamente sul torace del ragazzo, facendo ...
... finta di niente, ma con il cuore che batteva come una mitragliatrice. Anche lo sconosciuto doveva pensare a questo, perché per un bel po' se ne rimase tranquillo, il dito sempre saldo dentro di me, ma immobile. Finalmente il bus ripartì. Approfittando degli scossoni il mio misterioso ragazzo si fece di nuovo alla carica, fino ad avvicinarsi con la bocca alle mie orecchie: - Dai, non scappare – mi sussurrò con voce calda e profonda – ci divertiamo un po'… E pronunciando queste parole mi inserì anche il secondo dito nella figa, spingendomelo bene in fondo. Io non sapevo più che pesci pigliare: non che fossi spaventata dalla cosa, tutt’altro! Ero eccitata come una cagna in calore! Solo che la tensione mi stava uccidendo; non vedevo l’ora che il pullman giungesse finalmente in stazione. Maledetto traffico! Il bus infatti procedeva a rilento, mancavano ancora 4 fermate alla destinazione e di quel passo ci avremmo impiegato ancora un bel po' di tempo. Fui risvegliata dai miei pensieri quando sentii la sua mano appoggiarmi delicatamente ai fianchi e tirarmi verso di se, in un angolo - Stai tranquilla, tesoro. Se stai ferma così non ci vedrà nessuno Io mi lasciai allora guidare dalla sua mano e mi spostai leggermente di lato, per poi appoggiarmi di nuovo a lui. In quella posizione non potevamo essere visti, se facevamo con calma… Le sue dita allora si fecero sempre più insinuanti. Le sentivo scivolare nelle mie carni, uscire e rientrare lentamente. Io ero tutta un bollore, dovevo lottare ...