Il ricatto 5
Data: 16/02/2018,
Categorie:
Gay / Bisex
Autore: nh-paul
... tentò ancora.
“Ma ti sei toccato, non è vero?”
“Si, mi faceva male!” gridò, come a cercar ragione, mettendosi una mano sul sedere.
“E ti sei toccato il buco?”
“Si… si… mi faceva male!”
“Lo sai che anche adesso, odorandoti l’uccello, posso capire se hai sborrato ieri sera?”
Michele sgranò gli occhi: com’era possibile? Anche Corrado se lo chiese, sperando che il piccolino, ingenuo e spaventato com’era, se la bevesse, anzi più che certo che sarebbe scoppiato a ridere, invece quello diventò rosso e abbassò la testa.
“Allora? Vediamo…” insisté Corrado “Vieni… fammi sentire.”
Ad occhi bassi il piccolino si riavvicinò e lui poté abbassargli d’un colpo pantaloni e slip. Gli prese l’uccello che era già duro e l’annusò a lungo.
“Hai sborrato… ieri sera, si sente benissimo” buttò là, per niente sicuro di ciò che diceva, ma fidando nella conoscenza che ormai aveva del ragazzo.
Lo vide arrossire e fu certo di avere fatto centro.
Annusò ancora, godendosi il profumo che quel cazzetto emanava e che gli aveva reso immediatamente duro l’uccello.
Si scosse e poi finse di andare in collera.
“Quante volte, porco?” ringhiò “quante volte sei venuto?”
“Due…” bisbigliò il poverino, sentendosi ormai scoperto e sempre chiedendosi come fosse possibile. Anche se a quel punto il problema era un altro: Corrado l’aveva avvertito che non doveva farlo, altrimenti l’avrebbe punito duramente.
Corrado s’alzò di raddrizzò di scatto e parlò con voce volutamente fredda e ...
... controllata, un tono che terrorizzò il piccolo.
“Spogliati, togliti tutto” disse “e vai a metterti sul letto, perché ho deciso…” pausa ad effetto “oggi ti toglierò la voglia di farti le seghe quando non hai il mio permesso!”
Michele, che aveva già cominciato a piagnucolare quando aveva finalmente confessato, ora piangeva e singhiozzava.
“Non mi importa se piangi… puoi anche metterti a gridare e saltare. Ti punirò come meriti! Ormai ho deciso!”
A quelle parole capì che non c’era altro da fare che obbedire. Sempre piangendo, si tolse la maglietta e si sfilò dai piedi i pantaloncini con gli slip. Si abbassò a slacciarsi i sandali e tutto nudo si stese sul letto a pancia sotto, perché già sapeva che Corrado si sarebbe dedicato al suo culo.
“Chiudi gli occhi, metti la faccia nel cuscino e le mani dietro la testa. Se ti muovi o tenti di sottrarti a quello che ti farò, sarò costretto a legarti. Capito?”
“Si…” disse, ingoiando le lacrime, perché capì che stavolta la cosa era davvero seria.
Il ragazzino nudo e tremante sul letto era uno spettacolo davvero arrapate e se lo godette per qualche secondo, poi decise di agire. Michele avrebbe assaggiato la cinghia.
Non sapeva quante avrebbe potuto dargliene, perché le sculacciate erano una cosa, le cinghiate tutt’altro, ma proprio tutt’un’altra cosa. Una volta lui aveva combinato un guaio grosso e suo padre l’aveva messo in un angolo e gliele aveva suonate proprio con la cinghia, non sul culo ma dove capitava, e lui ...