1. Il ricatto 5


    Data: 16/02/2018, Categorie: Gay / Bisex Autore: nh-paul

    ... tirandolo a sé “Leccami le dita… sono sporche della tua sborra.”
    
    Ubbidiente, gliele leccò ad una ad una, poi andò ad accoccolarsi accanto a lui.
    
    Corrado l’abbracciò stretto, poi si spogliò anche lui completamente, sotto gli occhi del ragazzino che lo guardava come sempre estasiato. Tornò a stringerlo a sé.
    
    “Adesso racconta, devi dirmi quello che hai fatto ieri sera e anche stanotte… ma voglio sapere proprio tutto” disse e attese.
    
    “Quando me ne sono andato mi faceva male il sedere, ma dentro… e…” arrossendo, balbettando, fermandosi e riprendendo ad ogni carezza e bacio di Corrado, Michele gli raccontò tutto. E mentre parlava sentì la mano del suo padrone avvicinarsi al culo e coccolarlo, lisciarlo, allargarlo leggermente e infine insinuarsi. Avrebbe voluto chiedergli se anche questo faceva parte della punizione, ma in realtà non gli importava più di tanto. Quando poi sentì le dita di Corrado, una e due e anche una terza, infilarsi, spingere, allargare, non pensò più che quella fosse una punizione, ma gli parve un premio.
    
    Lentamente, con dolcezza, l’aveva fatto stendere sul letto a pancia sotto e gli si era messo addosso. Lo baciava dietro le orecchie e con l’uccello cercava di entrare in lui.
    
    Michele non sentì dolore, ma soltanto la sensazione di pienezza, la spinta dentro la pancia, il buco allargato e Corrado che si muoveva su di lui, strusciando il torace contro le sue spalle, le gambe contro le sue, l’uccello dentro il culo, fino in fondo, dove poteva ...
    ... arrivare e anche oltre. E quando giunse a quel punto, l’avvisò con un urlo, perché il fondo è un fondo, anche nel piacere, e non si può superare. Oltre non poteva andare, sebbene desiderasse con tutto se stesso di fare felice chi lo rendeva ebbro di piacere.
    
    Le carezze e la delicatezza del suo innamorato, che era anche il suo padrone, riuscirono a calmarlo e le lacrime che avevano ricominciato ad uscirgli si fermarono. Corrado lo pompava con metodo, lentamente e costantemente. Non avrebbe saputo dire quanto gli durò dentro, ma quando lo sentì accelerare i movimenti, il respiro e la spinta e sentì che era pericolosamente vicino a quel confine di dolore che temeva, chiuse gli occhi ed aspettò di soffrire, perché era là per quello, perché Corrado godesse dentro di lui.
    
    Corrado si prese tutte le soddisfazioni mentre sotto di lui Michele sussultava, urlava e piangeva contro il cuscino. Alla fine, però, raccolse orgoglioso i baci del suo padrone e forse il perdono dell’uomo che aveva reso felice.
    
    “La mia punizione non finisce oggi, ma continuerà domani.”
    
    Si erano rivestiti e Michele stava per andarsene. Si bloccò e lo guardò spaventato.
    
    “Conosci Francesco? È un mio amico…”
    
    “No…” e non capiva che c’entrasse questo Francesco con la sua punizione.
    
    “Domani pomeriggio ci sarà anche lui e tu gli lascerai fare quello che vorrà!”
    
    Si sentì morire.
    
    “Fa parte della tua punizione, non dimenticarlo. Perciò essendo tu il mio schiavo, ti ordino di ubbidirgli e soddisfare ...
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