Sirenetto sugli scogli
Data: 19/02/2018,
Categorie:
Gay / Bisex
Autore: adad
... la imbrigliava delicatamente con i denti, facendomi gemere e torcere.
Il caldo sole ci batteva addosso, il suo corpo bagnato mi infradiciava le gambe e i coglioni, formando attorno al mio culo una pozza d’acqua
La sua bocca era un vortice risucchiante e io non riuscii a resistere oltre.
“Sto sborrando, cazzo, non riesco a trattenerla!”, ansimai, spingendo in su i fianchi.
Avevo gli occhi mezzo chiusi nell’agonia del piacere, mentre fissavo il suo corpo fantastico, intrappolato fra le mie cosce, e la sua testa, dorata di corti riccioli bagnati, che scorreva su e giù lungo il mio cazzo scivoloso. Era troppo. Iniziai a sborrare. Lui tolse via la bocca appena in tempo: un geyser di siero colloso mi schizzò dalla punta congestionata dell’uccello. Lo sconosciuto scoppiò a ridere, intanto che il rimbombo nelle mie orecchie diveniva assordante. Persi quasi i sensi e quella fu l’ultima cosa che sentii da lui, quella profonda risata di gola, mentre scivolava via, di nuovo nell’acqua, come la creatura marina che mi ero figurato, e nuotava lontano.
Rimasi lì, tremante e con la sborra che colava a formarmi una pozzanghera fra i peli del pube.
In un lampo, lo sconosciuto era scomparso. Allora mi alzai sulle gambe tremolanti e mi guardai faticosamente attorno alla sua ricerca; ma non c’era segno di vita nella confusa distesa di scogli e alberi. Aspettai invano per oltre un’ora; poi, non essendoci più traccia di lui, me ne andai.
Come c’era da aspettarsi, la mattina ...
... successiva ero nello stesso identico posto. Era una giornata simile alla precedente: io mi distesi e chiusi gli occhi, beandomi al sole e fantasticando su quello strano sirenetto.
All’improvviso, un’esplosione d’acqua mi si rovesciò addosso e mi svegliò di colpo. Boccheggiai e mi sollevai: un corpo caldo e bagnato mi scivolò fra le gambe e una bocca bollente mi si avventò sul cazzo molle. Era lui, la meravigliosa creatura marina, nudo come il giorno prima e allungato fra le mie cosce, abbronzato e bagnato, che mi succhiava l’uccello.
“Oh, sì, sì…”, gemetti, ancora stordito e mezzo addormentato.
In un lampo la sua bocca aspirante mi aveva fatto inturgidire il cazzo e rattrappire i coglioni e torcere lo stomaco. Mi tirai a sedere e mi allungai verso di lui, carezzando il suo corpo nudo, così liscio, glabro, bagnato, muscoloso. Feci scivolare le mani verso il basso, nell’acqua, per afferrarlo in vita, poi mi chinai e presi fra le mani fameliche quel suo culo polposo. Era assolutamente come appariva: sodo eppure carnoso, con quella pelle morbida, vellutata e la lanugine di serici peli mulinanti nell’acqua, mentre passavo la mano su e giù, separando le chiappe e dirigendo le dita frementi nel profondo dello spacco.
La sua bocca trangugiò il mio biscotto fino alla radice e la sua gola mi serrò stretta la cappella. Io gemetti e sentii imminente l’orgasmo. Ma questa volta volevo di più. Mi mossi rapidamente: lo afferrai per i fianchi e lo tirai fuori dall’acqua, mentre mi ...