L'ESTATE DI UNA CATTIVA RAGAZZA
Data: 21/02/2018,
Categorie:
Etero
Autore: Browserfast
... palestra. Sono contenta di avere un'amica con cui andarci anche se, obiettivamente, io dopo cinque minuti di step sono già agonizzante e lei è come se non avesse nemmeno iniziato. Si vede che è abituata. Ho anche notato che, spalle a parte, ha davvero un bel fisico, l'ho vista nuda sotto la doccia. Secondo me non lo valorizza. Ha un viso un po' anonimo ma ragazze, uaooo, ad avercelo un fisico così. Mi gela però quando mi chiede di accompagnarla dalla sorella. Io mi sento in imbarazzo. Tra l'altro ho anche paura che il Capo abbia raccontato alla moglie il mio show con le tette. E' improbabile, d'accordo, ma se lo avesse fatto? Sai le risate che si sarebbero sprecate sulla sottoscritta, cretina che non sono altro? D'altro canto cosa posso fare? Non posso mica dire di no a Giovanna... Eleonora, la sorella di Giò, è come la prima volta che l�ho vista: bellissima, affascinante, radiosa. Dolce, soprattutto dolce. Con me, con Giovanna, con il mondo intero. Credo che sarebbe dolce anche con le zanzare tigre che infestano la città. Il pancione è enorme, appare chiaramente stanca, affaticata. La gravidanza deve essere una prova durissima per lei. Mi vengono i brividi solo a pensare che razza di ingombro debba portarsi appresso, mi vengono i brividi a immaginarmi al suo posto. Allo stesso tempo il fatto che non sappia nulla della mia, chiamiamola così, provocazione nei confronti del marito me la rende, di colpo, cara. - Sei bellissima oggi, Annalisa � mi dice sorridendo e quasi con un ...
... filo di voce. Io in realtà non mi sento nulla di che. Ho un vestitino castigatissimo, nero e costellato di fiorellini, abbottonato davanti e che mi arriva un po' sopra il ginocchio. Da questo punto di vista sembro mia nonna. - Anche tu sei sempre più bella � dico con un filo di voce. Ci spariamo un paio di tè freddi mentre io e Giovanna ci prendiamo cura di Eleonora e la ascoltiamo mentre ci racconta delle turbolenze del nascituro, che a quanto pare deve avere deciso che da grande farà il calciatore, visto le pedate che le sferra dall'interno. Le chiedo dov'è il bagno e lei dice a Giovanna di accompagnarmi. Le rispondo di non disturbarsi e mi indica un corridoio che gira intorno a una chiostrina, la zona notte della casa. Svolto un angolo e resto di sasso. Davanti a me c'è Edoardo, il Capo, il dio Apollo. Ha la faccia un po' assonnata e i capelli scompigliati, indossa un paio di pantaloncini da tennis bianchi e una t-shirt, bianca anch'essa. Nel vedermi ha un'espressione meravigliata, la mia deve esserlo anche di più. Cazzo, Eleonora me lo poteva pure dire che c'era il marito di là che dormiva. Restiamo qualche secondo a guardarci, in silenzio. Mi sento già nel pallone, mi manca persino il coraggio di dire "ciao". Come una scema, ho la bocca spalancata per la sorpresa. Alzo una mano per salutare e sto per balbettare qualcosa tipo "buongiorno Capo" oppure "scusa se ti ho disturbato". Lui mi fa cenno di tacere portandosi l'indice alla bocca. Afferra proprio la mano che tenevo ...