1. L'ESTATE DI UNA CATTIVA RAGAZZA


    Data: 21/02/2018, Categorie: Etero Autore: Browserfast

    ... Ecco, quella cosa lì. E se proprio devo essere onesta, non è che sono emozionata perché sono inginocchiata e soggiogata davanti all'oggetto del desiderio di, immagino, tutte le creature femminili che lo conoscono (non è possibile che chi lo conosce non lo desideri). In un altro momento, penso, sarei un�esplosione di vanità. Avete presente questo tipo di vanità tutta femminile, no? E� qualcosa di ancestrale, credo. Il sesso di un maschio che diventa così per me perché mi ha scelta, perché sono la femmina da inseminare che viene dalla notte dei tempi. E invece no. Sono proprio emozionata dalla visione di quel tubo di carne. Emozionata, non eccitata. Eccitata lo sono già tanto e per tanti versi, ma sto parlando di un'altra cosa. Cerco di spiegarvelo, ma non sono proprio sicura di riuscirci. Ora, tenete conto che io da questa prospettiva di cazzi ne ho visti parecchi, anche considerando la mia giovane età. Ma a parte quello del tizio dell�autogrill, che sta su una dimensione spazio-tempo parallela e che a questo punto penso proprio di essermelo sognato (si fa per dire), non ne ho mai visto uno più grosso di questo. Nemmeno quello del coattello di piazza Cavour. Nemmeno quello di quel barista, Stefano. Quanto diceva di avercelo lungo? Ventiquattro centimetri e mezzo? Be� qui forse mancheranno un paio di centimetri, e mancherà anche quel mezzo, ma ce ne vorrebbero due legati insieme uno accanto all�altro per eguagliarlo in larghezza. E non so nemmeno se basterebbero, adesso che si ...
    ... è fatto duro. E' dritto, è lungo, è largo, un tubo. Tuttavia cercate di seguirmi un attimo. Uno abituato a racconti di questo tipo potrebbe pensare una cosa tipo: �e a questo punto la protagonista non riuscì a fare a meno di avventarsi su quel cazzo enorme non vedendo l�ora di farsi riempire in ogni buco�. Ecco, no, non è esattamente così. E nemmeno una cosa tipo: �a questo punto la povera ragazza si ritrasse terrorizzata di fronte a quell�erezione così poderosa e al tempo stesso minacciosa. Non è nemmeno così. Cioè, voglio dire, in quell�attimo lì il sesso non c�entra niente, pur avendo davanti un sesso (e che sesso!). Sto parlando dei miei occhi che fissano questo glande gonfio e inverosimile con questo taglietto in punta già mezzo aperto e umidiccio. Sto parlando delle mie dita che hanno messo da parte la presunzione di volerla stringere, questa asta dritta e un po' nodosa, e che adesso la percorrono sfiorandola dalla punta alla base e non arrivano mai, mai, mai. Sto parlando della base piatta e nascosta dalla peluria folta e riccia. Sto parlando di un ventre e di un apparato di addominali altrettanto piatti e sodi. Sto parlando di quello che mi appare il naturale prolungamento della persona che se lo porta appresso tutti i giorni. Come se anche quel cazzo fosse un Capo. Sto parlando di qualcosa che comanda, punto. Non sto parlando di sesso. Sto parlando di gerarchia. Solo che a lui tutto questo non lo dico. Non ci riuscirei nemmeno, credo. A lui riesco a dire solo, in un ...
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