1. Legata Per Caso


    Data: 22/02/2018, Categorie: Dominazione / BDSM Autore: Mia Sempre, Fonte: EroticiRacconti

    ... consapevole che fosse solo tecnologia. Ad un certo punto mi fermai, ero curiosa di vedere se i lampioncini sarebbero rimasti accesi, non feci in tempo a finire il pensiero che lui mi disse in tono perentorio ma quasi divertito :” Signorina non si gioca con le luci! venga che presto pioverà e di certo non vorrà bagnarsi???”. Un sorriso accattivante, seducente e provocante, ancora una volta mi dissuase da ogni forma di ribellione e mi fece obbedire come non era mai accaduto prima. Girammo attorno ad uno di quei tipici pini che incorniciano i più begli scorci del lago e d'improvviso vidi maestosa l'antica dimora che ora ospitava la Locanda della quercia di Luna. Gli occhi mi si riempirono di meraviglia, vidi archi, colonne, ampie finestre, grandi e forti muri di mattoni rossi che reggevano la forma ottagonale dell'intera villa, terminando in cima con la torretta che avevo visto da lontano. L'uomo col mantello intanto che io ammiravo la villa mi aspettava alla fine della scala, accanto alla grande porta di legno dove vi era intarsiata l'immagine della quercia e di Luna che la illuminava. Salii gli otto scalini che mi separavano dall'ingresso e dal mio ignoto accompagnatore, fin quando non giunsi abbastanza vicino da sentire prima della musica jazz, ma non ne ero certa, poi il forte profumo d'incenso che usciva ed infine un lontano eco di voci, gemiti, e risate. Mi girai ancora un istante prima di entrare in quella villa e nella serata che mi si sarebbe presentata, guardai ...
    ... intorno e vidi una decina di auto parcheggiate sotto un porticato ricoperto di edera e alla fine della fila di auto riconobbi la mia moto, sorrisi pensando a come potesse essere arrivata lì prima di noi, a quel punto mi voltai e senza più nessuna esitazione entrai passando davanti all'uomo che mi teneva aperta la pesante porta. Varcata finalmente la soglia mi trovai nell’atrio, un ambiente cupo, con poche candele ad illuminare una piccola scrivania, sulla quale si poggiava un registro ed una penna stilografica con tanto di piuma e di calamaio, il mio accompagnatore si accomodo’ prendendo la penna e chiedendomi che nome volessi scrivere sul registro delle presenze, chiesi se volesse vedere la carta d'identità ma lui con un cenno di dissenso puntualizzo’ che voleva solo un nome, allora risposi che ero Mia, Mia per sempre. Scrisse così come lo pronunciai il mio nome e con un'eleganza fatta di gesti lenti, ogni lettera venne sapientemente scritta e decorata, infine posò la preziosa stilografica ed alzandosi si diresse verso il tendone di porpora alle sua destra che spostò facendo tintinnare dei campanelli legati alle estremità ed io lo seguii senza fiatare e stupita di quanta calma e pazienza fosse capace di infondermi quell’uomo. Il profumo d'incenso era sempre più forte e oltrepassando la tenda chiusi per un attimo gli occhi per gustarmi quel momento. Procedevo lenta respirando profondamente, avevo ovviamente la testa bassa quasi per un senso di vergogna ma quando riaprii gli occhi e ...
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