1. La scusa del poker


    Data: 23/02/2018, Categorie: Sesso di Gruppo Autore: benves, Fonte: Annunci69

    E’ ormai diventata una consuetudine la mia partita a poker del Giovedì.
    
    Raramente si salta, giusto quando qualcuno degli amici “fissi” manca e non si fa in tempo a sostituirlo con un altro.
    
    Lei, Michela, la mia compagna, durante queste serate non la vedo quasi mai in giro per casa, se ne sta in camera da letto a leggere o guardare la televisione.
    
    Non perché il mio impegno del giovedì la infastidisca od altro, ma giusto così per lasciarci soli e liberi di giocare e scherzare come un gruppo di amici collaudati ed affiatati.
    
    Così si passa la serata del poker, con un po di bottiglie sul tavolo, qualche stuzzichino e le carte.
    
    Quel Giovedì pomeriggio lei era strana, non so come dire, particolarmente carina e maliziosa nei suoi atteggiamenti verso di me, quasi come quando ha particolare voglia d’ attenzioni speciali per la sera che sta arrivando.
    
    Ma non può non ricordare che oggi è giovedì ed ho quell’impegno.
    
    Lo ricorda infatti, resto stupito quando, a bruciapelo, mi domanda: “Chi c’è stasera?”
    
    E poi ancora: “Che cosa vuoi che vi porti da bere?”
    
    Stupito chiesi:
    
    “Ma come mai vuoi pensarci tu stasera?”
    
    Mi risponde: “Non so, così....non ho voglia di sentirmi esclusa stasera...e poi......ho voglia di........stupirti anche un po…”
    
    Me lo dice con quello sguardo malizioso che conosco bene e che mi fa sempre impazzire...ma davvero non riesco ad immaginare cosa Michela abbia in mente, perché sia così eccitata, e cosa la stia passando per la ...
    ... testa.
    
    Arrivano finalmente le nove ed arriva il primo degli amici, poi il secondo ed il terzo insieme.
    
    Adesso ci siamo tutti.
    
    Ero disturbato perché pensavo a Michela ed a quello che aveva in mente.
    
    Mentre li faccio accomodare di là, vado un momento in stanza da letto dove, nel cassetto del comò, tengo le carte da gioco.
    
    Michela è lì, seduta sul bordo del letto quasi nuda.
    
    Si sta cambiando!
    
    Non dobbiamo uscire, non capisco, ma non dico nulla.
    
    Lei sta indossando delle calze velate nere, quelle che mi piacciono di più, e credo di avere intravisto un reggicalze appoggiato sul bordo di un cassetto semiaperto.
    
    Ancora quel suo sorriso malizioso da bambina cattiva che sta per combinarne una delle sue, non dico nulla, mi chino verso di lei, la bacio sulla bocca sfiorandole un capezzolo con le dita e le sussurro:“ ti adoro, dolcissima maialina....”
    
    Quasi a dirle “non so cosa tu abbia in mente ma mi piace da morire”.
    
    Giochiamo ormai da mezz’ora quando Michela entra nella stanza.
    
    Un vassoio tra le mani, truccata, pettinata, bellissima, è uno schianto.
    
    È elegante, unica nota “casalinga” un delizioso grembiulino che, nascondendo un po
    
    il suo abbigliamento, non nasconde per niente il suo collo impreziosito da un filo di perle ed il suo splendido seno che sembra quasi voglia uscir fuori.
    
    Un attimo di silenzio ammirato per la piacevole visione, poi un giro di saluti.
    
    Lei posa il vassoio con le bottiglie sul tavolo e, cosa che non ha mai fatto, saluta tutti ...
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