Il passaggio (capitoli 8 e 9)
Data: 03/09/2017,
Categorie:
Trans
Autore: Federossetta, Fonte: Annunci69
... i suoi amici perché fino alla fine della vacanza me ne stetti in disparte a sognare.
Alla fine il tempo passò e così la settimana finì anche per me. Verso il fine settimana trascorsi anche del tempo con Edoardo che mi fece felice, per cui prima di partire salutai e ringraziai per bene tutti e tornai da solo in treno fino alla mia città. Alla fermata prima della mia, vi era il paese di Andrea dove sarei dovuto andare se avessi voluto guadagnare qualcosetta. Fu allora che decisi cosa fare, tanto non ci sarebbe stato nessuno che conoscevo nella mia città in quel periodo, e mi sarei annoiato parecchio.
Così il giorno dopo mi vestii elegante come vedevo fare ad Andrea e mi preparai all'incontro con il mio nuovo datore temporaneo. Andrea infatti gestiva la filiale del suo paese natale, mentre suo padre, il boss, ne gestiva un altra molto più importante in una metropoli.
Capitolo 9: Vecchio Amico
Raggiunsi l'indirizzo verso le 8 di mattina. Davanti a me si presentò un grattacielo ragguardevole, il più grande della piccola città. Ne rimasi comunque sbigottito.
All'entrata informai il portiere del motivo della mia visita, il quale mi mise in attesa. Vi era altra gente ad aspettare, ma siccome io ero amico del dirigente, non dovevo cercare un lavoro, semplicemente iniziarlo. Dopo un'attesa comunque eterna, una segretaria mi informò che ero atteso al 17o piano, l'ultimo.
Chiamai l'ascensore, che era già occupata da tre individui vestiti elegantemente. Venivano dal ...
... piano sottoterra e mi dissero che scendevano due piani prima del mio. Nel mentre non feci meno che ascoltare i loro discorsi.
"Il capo se continua così rischia di prendere il posto al padre prima che schiatti. Con l'ultima idea di merchandising il profitto totale ha preso un'impennata mai vista."
"Dicono che il padre ne è rimasto talmente orgoglioso da lasciargli il controllo completo di un terzo della sua azienda."
"Cosa? E la parte del terzo fratello?"
"Non dirmi che la meritava. Forse gli ha lasciato il 5%, mentre la sorella il 13%."
Le voci si persero lungo il corridoio del 15o piano. Continuai la corsa fino all'ultimo piano.
L'ascensore si aprì con il solito suono caratteristico.
Davanti a me si apriva un atrio spazioso e illuminato, con un'ampia scrivania su un lato, una porta possente dall'altro. Dietro la scrivania sedeva una donna sui cinquant'anni, impegnata con alcune scartoffie. Non appena mi vide mi invitò a sedermi su un divanetto lì vicino. "Buongiorno, il signore l'accoglierà appena possibile."
"Grazie"
Guardandomi intorno vidi diversi quadri con articoli di giornale. Celebravano il progresso dell'azienda e soprattutto quello del prodigioso figlio Andrea Diraci. Fui interrotto dalla voce della segreteria "Prego si accomodi, il signore la attende." Mi indicò l'enorme porta dall'altra parte della stanza.
"Grazie" spinsi i pomelli e con forza la spalancai. Chiudendola alle spalle rimasi per la miliardesima volta di quel giorno senza ...