Il mazzo di chiavi
Data: 03/09/2017,
Categorie:
Etero
Autore: Lucciola fra le mani, Fonte: EroticiRacconti
... sensazione che tutto questo casino in fondo, senza volerlo, lo abbia provocato tu, e che tutto sommato ti faccia comodo. Finalmente ora potrai frequentami senza problemi. - Come, come? Roberta! Allora sarebbe tutta colpa mia se mi trovo in questa situazione? - Non ho detto questo, ma che c'hai messo del tuo, questo sì. E poi io alle coincidenze non ci credo. - Cazzo! Cos'è. Vuoi lasciarmi anche tu? Dillo chiaramente, avanti! Così metto tutto assieme e prima me ne farò una ragione... - Stai calmo sciocco, non ho mai detto una cosa simile. Come potrei scacciarti ora che sei in queste condizioni? Guardati. Mi sembri un passerotto caduto dal nido. - E smettila. Faccio così pena...? Dai! Vieni qui, siediti vicino a me, hai bisogno di rilassarti. Vuoi bere qualcosa? Aspetta, ci prepariamo un frullato alla frutta. Ti va? E non fare quella faccia. Non vorrei che tu pensassi che sono cinica, ma mi sembra che fosse ciò a cui tendevi: liberarti dall'impaccio di tua moglie e avermi tutta per te, non è così? Sentirsi responsabili per aver dato l'ultima spallata ad un rapporto seppure malfermo e minato da tempo, non mi faceva comunque sentire bene. Inoltre ero conscia di un'altra responsabilità che mi gravava addosso: quella di non abbandonare Pino in questo momento così difficile per lui. Sarò anche una troia ma la sensibilità non mi difetta certo. Provai in quel momento una tenerezza struggente quando reclinò il suo capo sul mio grembo. Gli carezzai il capo baciandogli i capelli come a ...
... un bambino. Lo strinsi forte a me e lui ricambiò il mio gesto baciandomi il collo e le orecchie. Non posso farci niente. In queste situazioni si riaccende sempre in me l'insana passione per il sesso. Il respiro si alterò, chiusi gli occhi e cercai di lasciare fuori ogni pensiero. La sua mano si era insinuata sotto la camicetta a cercare il conforto dei seni. Slacciai i bottoni offrendo alla sua bocca il turgore dei miei capezzoli. Stava montando quella marea d'incontrollata sollecitazione che contraddistingue la mia sessualità. Gli arpionai il pacco con il palmo. Il suo sesso sembrava immune dall'amarezza che solo mezz'ora prima permeava l'aria. Svettò fuori dalla fessa dei pantaloni dilatato dalla passione. Mi acquattai sui calcagni sollevando la testa ci fissammo negli occhi poi...avevo di nuovo la sua splendida cappella fra le mie labbra. Gonfia, olivastra, pronta a placare con i suoi fiotti caldi i miei sensi di colpa. Con la mano spostò il raso delle mutandine per fare spazio alle dita, bramose del calore profumato del mio sesso. Mi sedetti vicino a lui abbracciandolo. Con la lingua cercai le sue labbra; il suo bacio mi sorprese come una diciottenne proprio mentre, cavalcandomi, il suo uccello con un colpo di reni varcava quel cancello bollente fatto di muscoli e pelle violando ancora una volta la mia intimità . Succhiavo avida la sua bocca con la lingua calda e umida ricambiata da una foga che gli credevo estranea. I suoi affondi non squarciarono solo le mie carni ma ...