Giuly
Data: 27/02/2018,
Categorie:
Lesbo
Autore: laura m., Fonte: EroticiRacconti
GIULY Avevo superato appena i 40 anni. Mi sentivo ancora giovane, anche perché il mio lavoro di insegnante mi permetteva di stare in mezzo ai giovanissimi: prendevo i ragazzi in prima liceo e li portavo fino in terza; poi quando, dopo gli esami di maturità, prendevano il volo, non li vedevo quasi più. Entrare in classe la mattina era come tornare indietro di venti anni e poi era bello vederli crescere, diventare, da ragazzi che erano, uomini e donne. Certo, c’era in me un certo spirito materno, ma spesso mi sorprendevo ad osservare la loro crescita con considerazioni del tutto particolari: vedevo le guance dei ragazzi coprirsi di peluria e poi di barba e pensavo che la loro evoluzione contemporaneamente avveniva anche a livello sessuale. Erano gli anni in cui cominciavano a pensare alle donne, ad immaginare incontri amorosi, a scambiarsi baci appassionati; li vedevo a volte fare evoluzioni dietro ai banchi per guardare le mie gambe o quelle delle loro compagne. Li immaginavo, tornati a casa, soli nelle loro stanze a fantasticare su quello che avevano visto o creduto di vedere, ad accarezzarsi il pisello che diventava sempre più duro fino all’esplosione finale. E la stessa cosa immaginavo delle ragazze: le pensavo mentre si guardavano allo specchio per misurarsi la crescita del seno, le curve delle anche, per scoprire tra la peluria del pube la propria conformazione fisica e chiedersi la funzione di quel fiore delicato che si apriva fra le gambe. Devo confessare che questi ...
... pensieri mi perseguitavano da quando avevo superato i trentacinque anni e certamente se ne avessi avuta l’occasione mi sarebbe piaciuto assaggiare uno di questi virgulti o una di queste fanciulle in fiore. Ma la scuola mi obbligava a contenermi, a reprimermi, a non manifestare nessuna simpatia di carattere erotico nei confronti degli studenti. Specialmente mi guardavo dal porre l’attenzione sui maschietti che chissà cosa avrebbero raccontato in giro se mi fossi permessa di invitarne uno a casa mia per coccolarlo un po’. Mi limitavo, quindi, a guardare e a sospirare, accontentandomi di sfogarmi sessualmente col mio compagno di allora e, ogni tanto, con Silvia, la mia amica di sempre. L’anno scolastico volgeva al termine, si era ormai dopo le vacanze pasquali e ci si preparava nell’ultima classe a fare la volata finale, mentre in prima e in seconda si procedeva senza sussulti. In seconda i ragazzi erano 28, molti se si vuole lavorare bene, ma quella classe era nata numerosa fin dall’inizio e bisognava accettarla com’era. Le ragazze erano in maggioranza, ben 18, e quasi tutte si avviavano a diventare adulte, anzi molte lo erano già e mettevano sul mercato erotico la loro pregevole mercanzia di seni e di fondoschiena di prima scelta. Durante i compiti in classe occupavo il mio tempo guardandole attentamente, soppesandole quasi, ammirandone la bocca, la curva dei seni e quella delle anche. Passavo fra i banchi con la scusa di controllare, mi fermavo facendo finta di leggere e intanto ...