Giuly
Data: 27/02/2018,
Categorie:
Lesbo
Autore: laura m., Fonte: EroticiRacconti
... aspiravo l’odore buono che veniva dai loro giovani corpi. Quante tentazioni, specie nei mesi primaverili quando, abbandonati giubbotti e maglioni, le ragazze mostravano i loro rigogliosi seni, costretti nel reggiseno che proiettava fuori la parte superiore dei globi…. Anche i ragazzi erano adorabili, ma le ragazze mi attraevano di più. Ce n’era una che aveva una folta capigliatura riccia, tra il castano e il biondo, una pelle bianca, due occhi belli, grigi e un po’ vogliosetti. Quando passavo fra i banchi, mi piaceva accarezzarle il capo, sentire i riccioli della sua chioma nel palmo della mano: lei si girava e mi guardava sorridendomi. Si chiamava Giuly. Era il maggio odoroso, avrebbe detto il Leopardi… Un giorno mentre spiegavo, il mio sguardo si posò su Giuly. Aveva quasi un atteggiamento da trance: gli occhi sognanti, il capo reclinato su un braccio, sulle labbra un sorriso alla Gioconda. Tornai a guardarla più volte, anche lei mi guardava ed ogni tanto le sue labbra lasciavano il sorriso leonardesco per uno più aperto e rivolto a me. Nei giorni seguenti questa schermaglia di sguardi e sorrisi continuò. Anzi, mi accorsi che quando a volte gli alunni si precipitavano attorno alla cattedra, lei si metteva proprio accanto a me o dietro di me. La sua spalla si appoggiava alla mia e, mentre gli altri conversavano con me, lei se ne stava zitta e mi guardava, sempre sorridente. E quando poi se ne stava dietro di me, sentivo sulle mie spalle il dolce peso dei suoi seni; allora ...
... io mi rigiravo e lei mi guardava negli occhi e sorrideva. Cominciai a farci sopra un pensierino e volli anche fare una controprova. Una volta che con gli altri era venuta attorno alla cattedra e si era messa accanto a me, io le circondai le spalle con un braccio. Le mie dita cercarono di avvicinarsi all’attaccatura del suo seno; lei se ne accorse, pensavo si sarebbe discostata, invece si strinse di più a me permettendomi di toccarla e di sentire il turgore di un piccolo seno. Il pensierino divenne un pensierone. Ma … quanti anni aveva? Andai a guardare nel registro: 17 anni. Era ancora minorenne: meglio starle alla larga. Guardai più attentamente: era nata ad ottobre, così nel successivo anno scolastico, fra 5 mesi, sarebbe stata maggiorenne. Un periodo di tempo abbastanza breve da poter sopportare facilmente se la cosa fosse andata in porto. Ma il ferro andava tenuto caldo. Così un giorno, durante l’intervallo, le chiesi, pur sapendo cosa avrebbe risposto, se al suo paese c’erano posti adatti a fare passeggiate. «Come no», mi rispose, «ci sono tanti bei boschi». Così convenimmo che una domenica mattina sarei andata a trovarla e lei mi avrebbe portato a fare una bella passeggiata tra i boschi. L’ultima domenica di maggio, quando avevo interrogato tutti, compresa la Giuly, e non avrei avuto così problemi per una eventuale richiesta di favore, mi misi in abito da trekking e partii per il paese di Giuly, che mi aspettava. Si mise a ridere, quando mi vide: «Dove crede di andare? ...