1. La Dottoressa Angela - la cura per l'omosessualità


    Data: 02/03/2018, Categorie: Masturbazione Autore: Angela Kavinsky, Fonte: EroticiRacconti

    ... Jacob era il mio segretario e assistente personale; mi seguiva ovunque nel mio lavoro. Quando entrò nel ufficio vide me, inginocchiata con il trucco sciolto e Antonio, che mi puntava il suo cazzo moscio in faccia. Antonio si spaventò e si alzò subito i pantaloni. Io lo bloccai. “Jacob, fagli vedere il cazzo!”. Jacob, alto un metro e 80, spalle larghe, barba corta e capelli ricci, non pareva il tipico svizzero, anzi, sembrava più un meridionale, esattamente come Antonio. 35 anni di ragazzo (3 meno di me), e veramente bello. Lo usavo spesso per le mie sedute. Lui preferiva la fica, decisamente! Presi in bocca il cazzo molle di Antonio, mentre Jacob si abbassava i pantaloni e iniziava a farsi una sega con un cazzo decisamente molle. La visione di me che succhiavo il cazzo ad Antonio però glielo fece diventare duro, tant’è che Jacob, decisamente super-dotato, iniziò a fare su e giù con la mano con 30 centimetri di cazzo, forse più. Sembrava il pistone di un camion. Quella visione paradisiaca fece arrapare sia me che Antonio, che ora stava iniziando a gonfiare il suo di cazzo, dentro la mia bocca. In breve, anche io ebbi il mio bel da fare; ora non ci stava più nella mia bocca e dovevo cercare di spingermelo un poco in gola. Antonio cominciò a fare versi di piacere, quando tolsi il suo pisello dalla mia bocca e urlai a Jacob di andarsene via: “VIA JACOB; SPARISCI, VAI VIA!”. Jacob, un po’ spaventato, si rimise il cazzone nei pantaloni (cosa assai complicata visto che quel ...
    ... bastone nelle mutande non entrava più) e uscì in fretta e furia dall’ufficio. Antonio fece una smorfia di dispiacere, ma ora veniva il suo turno! “Dai Antonio, non mollare!” gli dissi. “Ce la puoi fare! Non ammosciarlo proprio adesso dai!”. Me lo infilai in bocca con foga, succhiandolo con tale velocità che i miei denti lo stavano leggermente graffiando e così anche le mie unghie che lo tenevano alla base, ma Antonio sembrava reagire bene. Con le unghie accarezzai le sue palle, poi leccai un po’ il cazzo trasversalmente. Lui faceva smorfie come se stesse alzando un bilanciere da palestra di 100 chili. Dai suoi lamenti poi, capii. Il cazzo non era più durissimo come l’acciaio, ma lo sperma stava per arrivare. Me lo tolsi dalla bocca appena in tempo, quando un fiume di sborra mi tolse completamente la vista, coprendo i miei grossi occhialoni di bianco. Quella fontana in miniatura mi travolse non solo la faccia, ma anche le tette, sporcandomi anche la camicetta scura di alta moda. E sapete bene che poi è difficile farle venire pulite, nemmeno a lavarle a mano! Dovetti togliere gli occhiali per poterlo vedere, anche se decisamente sfocato. Sorrisi. “Una donna stupenda le ha appena fatto un gran bel pompino, non trova?” Lui sorrise. “È vero dottoressa ma…”. Mentre con un fazzolettino di carta mi pulivo il viso, assaporando anche un poco quell’odore di maschio, capii ciò che intendeva. “È tutto ok, capisco… Senza Jacob sarebbe stata decisamente più dura, giusto?”. Antonio annuì. “per ...