La baby sitter.
Data: 04/09/2017,
Categorie:
pulp,
Autore: Tibet
... quanto era realmente! -Ah... sei pure curiosa! Ora non mi puoi scappare, prima ti castigherò frustando a sangue il tuo bel culo e poi ti prenderò, giuro che ti scoperò fino a sfinirti!- A poco valse la sua difesa, corse e riusci a sfuggirgli per un po' ma poi lui la bloccò in un angolo e lei si sentì persa. Nessuno ora avrebbe potuto salvarla, graffiò e morse ma lui era enormemente più forte. Riusci a spogliarla, a metterla chinata su una poltrona e prese a picchiare forte il suo didietro, colpi violenti che bruciavano, Luce iniziò a gridare... di rabbia e di dolore. Ma nulla poteva... l'uomo la colpì fino a sfinirla, lacrime di dolore e rabbia scendevano sul viso di Luce. L'uomo ormai l'aveva in pugno, lei era vinta, sfinita, senza forze, le si mise dietro le allargò le gambe e prese la sua verga con una mano ponendo l'altra sulla sua schiena per tenerla piegata. Luce... sentì che la cercava... e non voleva... non voleva! La carne dura sfregava implacabile sul suo solco e lei non voleva! E... in quel momento, mentre aveva lo sguardo rivolto all'indietro, vide un'ombra contro il muro. Qualcosa, qualcuno... prendeva un grosso vaso che stava su un mobile, lo alzava... e lo faceva cadere sulla testa del suo tormentatore. Senti il colpo sordo dell'urto e senti il corpo che premeva su di lei cadere come un sacco... e lei era libera, singhiozzando si mise diritta e ...
... cercò i propri vestiti. Aveva avuto paura... molta. Era ancora terrorizzata dal pericolo corso di essere violentata, non da quella presenza che sentiva non ostile, anzi! E mormorò... -Grazie... grazie...- E sentì una voce... flebile, forse umana? Non lo sapeva... -Vattene e non venire mai più... questa è una casa malvagia. Io sono morto qui... ora lui non farà più del male a nessuno...- Luce fece come le era stato detto, prese le scale e fuggì, vide la porta chiudersi e sentì girare la chiave. Non tornò mai più. Vide l'uomo, il padre delle bambine, alcuni mesi dopo, lui neppure la riconobbe, appariva trasformato, magro, curvo e invecchiato, gli occhi spenti, camminava barcollante. Dopo la sua terribile esperienza dette credito alle voci che dicevano che in quella casa era accaduto un terribile fatto. La morte violenta del nonno delle bimbe. E immaginò la crudele vendetta che si era preso la vittima sul suo assassino nelle ore e forse giorni dopo la sua fuga da quella casa maledetta. L'uomo, il padre delle bimbe, meritava tutto questo, era un assassino, maniaco e pedofilo. Poi la cosa che aveva vissuto si stemperò nel tempo e infatti lo raccontò solo anni più tardi all'uomo che l'amava, che la capiva, che poteva condividere questa sua parte di vita. -Una cosa mi irritò profondamente...- Gli disse per finire... -...non mi ero fatta pagare per i giorni di lavoro!- T.