1. Grazie, mio caro.


    Data: 16/08/2017, Categorie: Trans Autore: orchidea_nera, Fonte: Annunci69

    Ero stata lasciata dal mio fidanzatino di allora e buttata fuori di casa.
    
    Non aveva torto, ero stata io a comportarmi male, anzi malissimo ma questa è un’altra storia e, al momento, non ho voglia di raccontarla.
    
    Avevo trovato un appartamentino vicino all’Università ma mi toccava pagare tutto: affitto, condominio, luce, telefono… Contrariamente alle mie aspettative, non avevo trovato con chi dividere le spese e quindi toccava tutto a me, o meglio a mia nonna, visto che era lei a mantenermi. Povera vecchietta si toglieva il pane di bocca per mantenermi e questa cosa non mi garbava. Non volevo gravare su di lei più del necessario.
    
    Così mi ero messa a guardare sui giornali le offerte di lavoro. La maggior parte non andavano bene perché o richiedevano competenze che non avevo o mi avrebbero impegnata per troppo tempo e dovevo pur frequentare le lezioni e studiare.
    
    Mi dovevo sbrigare a togliermi dal groppone di nonna.
    
    Finalmente trovai un annuncio che andava bene per me. Cercavano una cameriera tutto fare per un signore con parziale invalidità. L’orario di lavoro era dalle 12 alle 18 per tre giorni settimanali, pagato a 5 mila lire l’ora.
    
    C’era da guadagnare un 360 mila lire al mese! Ci avrei pagato tutto e avrei potuto frequentare le lezioni e studiare. Una fortuna da cogliere al balzo!
    
    L’indomani alle 10, puntualissima, mi presentai all’indirizzo indicato nell’annuncio.
    
    Suonai e venne ad aprirmi un anziano signore che si appoggiava pesantemente su ...
    ... un bastone.
    
    Dall’aspetto capii che doveva essere l’avvocato come avevo letto nella targhetta sulla porta. Una targhetta piccola, non di quelle grandi che sono poste negli studi professionali. Doveva trattarsi dell’abitazione, pensai.
    
    L’avvocato, tranne che per la bianca barba incolta, aveva un aspetto molto curato e distino. Indossava una vestaglia di cachemire e un foulard di seta gli fasciava il collo. Sotto il pigiama, si vedevano i pantaloni di seta e le pantofole di vernice.
    
    Era molto elegante e profumato. Dalla porta chiusa di una stanza proveniva una musica che riconobbi subito.
    
    “Il concerto in re per violino ed orchestra di Pyotr Ilyich Tchaikovsky?” – Chiesi
    
    “Si il concerto in re maggiore opera 35… lei lo conosce?”
    
    “Certo” – dico io – “Chi non lo conosce?”
    
    Mi fece accomodare nello studio, la stanza da cui proveniva la musica.
    
    “Io sono l’avvocato . Un tempo questo appartamento era il mio studio ma, da quando sono rimasto vedovo, è diventato la mia abitazione. Non saprei che farmene di molte stanze.”
    
    Osservai che la targhetta alla porta era troppo piccola per uno studio professionale e che avrei giurato si trattasse dell’abitazione.
    
    “Veda” – mi disse – “La bravura di un professionista è inversamente proporzionale ai centimetri quadrati di targhetta che espone! Poi, come le ho già detto, oramai, questa è la mia abitazione. Non esercito più dalla disgrazia… - Non preciso la natura della disgrazia. Poi continuò: “Non mi ha detto il suo ...
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