1. Grazie, mio caro.


    Data: 16/08/2017, Categorie: Trans Autore: orchidea_nera, Fonte: Annunci69

    ... a essere brillante per la mia eccessiva timidezza. Solo agli scritti riuscivo bene ma nelle materie con solo orale ero stata un impiastro. Il mio prof di filosofia mi diceva sempre che ragionavo con le suole delle scarpe per cui i miei ragionamenti non riuscivano ad elevarsi e restavano terra terra. Come avesse fatto a capirlo, dato che era scemo, per me era rimasto un mistero!!!
    
    L’avvocato mi ascoltava in silenzio, limitandosi a sorridere, o mi poneva qualche nuova domanda. Non esternava i suoi pensieri e parlava pochissimo di sé.
    
    Gli avevo raccontato anche cose un po’ intime. Ad esempio, di quando da bambina/o trascorrevo il mese di agosto, con mia nonna, in campagna, per la raccolta delle mandorle.
    
    Mi piaceva passare il mese di agosto in campagna. La sera sentire i racconti delle raccoglitrici. Alcuni racconti mi mettevano paura. Parlavano di spiriti maligni, della mano “pajana” che tirava dentro i pozzi i bambini che si sporgevano, del gatto mamone… Brrr… mi venivano i brividi solo a pensarci. Poi c’erano i racconti pieni di sottintesi che raccontavano fra loro donne convinte che io fossi troppo piccolo per capire. Tuttavia, avevo capito benissimo che alcune di loro tradivano i mariti e si facevano ingroppare dal figlio del massaro.
    
    Anche a me piaceva il figlio del massaro, era un bel ragazzo, forte muscoloso. Poi mi piaceva perché la sera, spesso, giocava con me. Mi faceva fare i giri con la bicicletta. Lui sedeva sul sellino e io sulla canna. Mi faceva un ...
    ... bell’effetto sentire i colpi della canna della bicicletta sul mio culetto. La canna mi si infilava fra le natiche e le botte mi arrivavano proprio sul buchetto. Lo stesso effetto mi faceva andare sul dorso del somaro.
    
    Allora non capivo che era uno stimolo sessuale. Sapevo solo che mi piaceva tanto.
    
    Mi piaceva al punto che già a sette, otto anni avevo iniziato a masturbarmi infilandomi le dita dietro.
    
    Avevo scoperto che questo mi produceva un piacere crescente che manteneva il suo massimo per un po’ di tempo per poi decrescere rapidamente.
    
    A 12-13 anni avevo capito chiaramente che se un ragazzo me l’avesse messa dentro sarai morta di piacere.
    
    A questi miei racconti l’avvocato sorrideva ma non con un sorriso malizioso ma tenero, indulgente, paterno.
    
    Mi sono chiesta, poi, se vi fosse un intento provocatorio in questi miei racconti. Beh, chiaramente si. L’avvocato era un bell’uomo, molto distinto e si capiva che da giovane doveva essere stato un gran sciupafemmine. Non era certo il fascino che gli mancava ma, chiaramente, con l’età era diventato più compassato e non tradiva affatto il suo sentire.
    
    Ad ogni modo, ero più che sicura che a lui piacessero soltanto le genetiche ma continuavo con i miei racconti per vedere se riuscivo a suscitar in lui una qualche emozione. Una specie di tacita sfida ma era innegabile che mi piaceva e non badavo alla sua età o alla sua gamba offesa.
    
    Poi era un uomo colto, mi parlava di musica di pittura. Mi affascinava.
    
    Aveva ...
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