Non gioco più?
Data: 07/03/2018,
Categorie:
Dominazione / BDSM
Autore: Paride
... lato la curiosità mi stuzzicava non poco dall’altro il senso di atavica antipatia provato al telefono qualche giorno prima mi dissuadeva e mi faceva pensare che probabilmente sarebbero stati soldi buttati. Pensai però che la dovevo prendere come una sfida con me stesso, decisi dunque di andare, o la va o la spacca, non ho particolari vizi e nel caso in cui fossero stati soldi buttati avrei comunque contribuito a soddisfare una mia curiosità. Presi il telefono e risposi “Ci sarò” all’sms dei Soraya. La sera, a letto, provai a masturbarmi pensando a tutto ciò che avrei potuto vivere il giorno successivo, provai a calarmi nel ruolo di sottomesso cercando di assaporare, non senza fatica, l’eccitazione che avrei potuto trarne, andai avanti per una buona mezzora finché non venni, nonostante ciò però non riuscii a praticamente a chiudere occhio. Il giorno dopo, naturalmente, ero uno straccio. Al lavoro riuscii a malapena a fare il minimo indispensabile e ad avvisare i colleghi che mi sarei preso il pomeriggio libero, fortunatamente il mio aspetto stanco e pallido dovuto alla notte insonne mi diede una mano nel trovare la scusa giusta. Uscito dal lavoro salii in macchina, impostai il navigatore sull’indirizzo riportato nel messaggio e guidai fino alla città vicina per raggiungere la mia destinazione, parcheggiai, feci il biglietto al parcometro e raggiungi la casa di Soraya a piedi. Interno 12, premetti il bottone sul campanello, dopo un tempo breve ma interminabile il cancelletto ...
... automatico si aprì permettendomi di entrare, il portone dava su un piccolo cortile con giardino molto curato che lo separava dall’androne, ubicato dalla parte opposta. Attraversandolo incrociai lo sguardo di una donna di mezza età intenta ad annaffiare le piante, mi sentii subito giudicato, il suo volto severo mi sembrava carico di disprezzo quasi volesse dirmi “ecco l’ennesimo sfigato che paga per farsi umiliare da quella del terzo piano”. -Buonasera- Le dissi, abbozzando un mezzo sorriso. -Buonasera- Mi rispose, lapidaria. La salivazione si stava azzerando. Salito al terzo piano trovai una porta leggermente socchiusa, pensai che dovesse essere per forza quella, mi avvicinai e bussai leggermente con le nocche. -Entra e chiudi la porta- Mi disse la voce che avevo sentito al telefono. Entrai chiudendomi la porta alle spalle e quando i miei occhi si abituarono un poco all’oscurità mi ritrovai in un salone discretamente grande, arredato in stile antico, un candelabro con candele rosse sovrastava il grosso camino spento mentre arazzi con strani disegni erano appesi alle pareti. Divano e poltrone in pelle rossa facevano pendant con un tappeto dello stesso colore, un profumo indefinibile permeava l’aria. Soraya comparve all’improvviso da una porta del corridoio dell’appartamento restando per qualche istante in penombra, talmente in penombra che non riuscivo ancora a scorgere i dettagli della sua figura nonostante fossimo a pochi metri di distanza, man mano che si avvicinava vidi ...