1. Non gioco più?


    Data: 07/03/2018, Categorie: Dominazione / BDSM Autore: Paride

    ... materializzarsi una donna bellissima, sul metro e settanta, leggermente formosa, finemente truccata, con capelli mossi molto scuri raccolti in una coda alta e gli occhi molto chiari, quasi di ghiaccio. Fui impressionato dalla sua appariscenza, il cervello mi si svuotò momentaneamente. Soraya indossava un tailleur grigio, decolleté nere lucide aperte in punta da cui si intravedevano alcune dita smaltate di rosso scuro, così come le quelle delle mani. -Quindi tu saresti l’aspirante schiavo eh, ti facevo più vecchio dalla voce..- Mi disse sorniona. -S..si, in realtà io..- -Tu volevi dire si padrona, immagino, chiariamo subito che io e te non siamo allo stesso livello, se ti ho permesso di venire fino a qui è perché sono fin troppo buona con i vermiciattoli come te, chiaro?- Chiosò con fare autoritario, l’inflessione piemontese si faceva sempre più marcata. -Non pensavo che il gioco fosse già iniziato, non dovremmo magari prima discutere, diciamo, di alcuni dettagli?- Provai a chiedere. -Decido io quando inizia il gioco. Se ti riferisci al mio compenso metti due pezzi da cento in quel cassetto e vieni subito a baciarmi le scarpe. Chiaro?- Mi disse, indicandomi un mobiletto nel salone. Non risposi, quel “chiaro” stava già cominciando a darmi sui nervi. Presi il portafoglio, estrassi due banconote da cento euro e le misi nel cassetto. -Chiaro??- Sentii urlare da dietro, sobbalzai. -Si.. padrona- Risposi sogghignando. -Togliti quel cazzo di sorrisetto dalla faccia lurido stronzo, ...
    ... ora inginocchiati e baciami le scarpe, mi stai già facendo innervosire.- Mi inveì, stavolta dando l’impressione di essersi arrabbiata sul serio, mi inginocchiai ugualmente e cominciai a dare qualche piccolo bacio alle dita che fuoriuscivano dalla scarpa. -Ho detto le scarpe, non le dita, sei scemo o sordo?- Mi rimproverò. Sempre senza rispondere presi a baciare ora la parte esterna delle sue scarpe. -Mi devi rispondere quando ti faccio una domanda, coglione, chiaro?- Così dicendo mi diede un calcetto sulla guancia con l’altro piede, feci fatica a mantenere la calma. -Si.. padrona- Risposi in maniera poco convinta. Questa pratica continuò per una decina di minuti tra un insulto e l’altro, poi si accomodò sul divano e si fece togliere le scarpe, mi ordinò di rimanere in mutande e di leccarle le piante dei piedi, poi tra le dita. Devo ammettere che i suoi piedi erano veramente belli, curati e con un odore molto sensuale. Nonostante ciò non riuscivo minimamente a calarmi nella parte, leccavo quei piedi solo perché erano belli e perché avevo sborsato 200 euro, non per un senso di omaggio nei confronti della padrona, in tutto ciò di un’erezione nemmeno l’ombra. La sensazione di “che cazzo sto facendo, cosa ci faccio qui” si faceva sempre più forte, ad ogni insulto ricevuto cresceva in me la voglia di alzarmi ed andarmene, stavo iniziando ad annoiarmi e probabilmente lei se ne accorse, visto che mi disse : -Mi sa che il cagnolino ha la gola secca a forza di leccare, vero cagnolino?- ...
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