Non gioco più?
Data: 07/03/2018,
Categorie:
Dominazione / BDSM
Autore: Paride
... Forse qualcosa si smuove, pensai, la guardai senza smettere di leccare e annuii con la testa. Soraya quindi mi allontanò con un calcio di piatto in faccia, mi fece male, mi innervosii all’inverosimile ma decisi di resistere ancora un poco per vedere quale sarebbe stata la sua prossima mossa, si liberò quindi di gonna e mutandine e si accovacciò sul pavimento. -Adesso io la faccio qui in terra e tu la devi leccare, voglio che non ne rimanga nemmeno una goccia, chiaro?- Di nuovo annuii con la testa. Io in realtà mi aspettavo ben altro, avrei voluto magari che me la facesse sul corpo o al massimo in faccia ma direttamente dalla sua vulva, un sottile getto giallo pallido formò una chiazza sul pavimento di piastrelle bianche, guardavo alternativamente i suoi occhi sadici, la sua figa depilata e il pavimento, il labbro inferiore ancora mi faceva male per il calcio ricevuto poco prima, l’odore della sua urina era penetrante ma non spiacevole, per la prima volta da quando ero entrato in quella casa un fremito di eccitazione percorse il mio corpo partendo dalla testa e andando a fermarsi tra le gambe. Ero quasi disposto a fare quello che mi aveva chiesto. -Ora pulisci tutto con la tua lingua di merda, hai capito stronzo?- Ebbi un attimo di esitazione, Soraya mi guardava con aria di sfida, con un gesto fulmineo mi afferrò per i capelli, mi si avvicinò al volto, mi sputò in un occhio e digrignando i denti mi disse: -Mi sa che non hai capito. Quando ti faccio una domanda devi ...
... rispondere, testa di cazzo!- Poi mi improvvisamente, con l’altra mano, mi sferrò uno schiaffone molto forte proprio sulla bocca, sentii il sapore del sangue. Era troppo. La mia espressione mutò, ora ero veramente incazzato. Mi divincolai dalla sua presa, mi alzai e andai davanti allo specchio del salone per controllare le condizioni del mio labbro. -Dove vai coglione, ti ho fatto la bua? Torna immediatamente qui, frocio. Non hai ancora finito di servirmi!!- Gridò isterica Soraya. Sentivo il sangue al cervello, ero incazzato come un toro, provavo a respirare profondamente per calmarmi quando mi sentii tirare per le spalle, fortunatamente riuscii a non perdere l’equilibro e a staccarla da me, facendola però cadere a terra. Mi girai e la vidi sdraiata di schiena sul tappeto che mi guardava con un’espressione incredula, la rabbia mi passò istantaneamente e da quella prospettiva mi fece quasi tenerezza. -Sono stanco di questa pagliacciata, evidentemente non fa per me. Mi dispiace di averti fatto cadere, ora tolgo il disturbo- Le dissi, in modo quasi paterno. Soraya, senza dire niente, si alzò dal tappeto, recuperò mutande e gonna e si rivestì mentre io facevo lo stesso, poi aprì la porta e aspettò che me ne andassi, con lo sguardo rivolto da un’altra parte, sbattendomi poi la porta alle spalle. Raggiunsi la mia macchina e mi avviai verso casa. Guidando sentivo con la punta della lingua la ferita in bocca provocata dal calcio e dallo schiaffo di Soraya mentre involontariamente mi apparivano ...