1. Bisonti della strada - 1


    Data: 08/03/2018, Categorie: Gay / Bisex Autore: adad

    ... seguito venni a sapere che Matteo era cugino di Federica, ma che si vedevano poco, perché lui era sempre in giro per un motivo o per l’altro.
    
    Poi la serata finì e tornammo a casa, loro per godersi le gioie del talamo coniugale, io per godermi le gioie di una sega solitaria, fantasticando di infilare le mani nella patta del bel Matteo e trovarvi tutto quello che desideravo e, ovviamente, “come” lo desideravo!
    
    Mi sparai ancora un bel numero di seghe pensando a lui i giorni successivi; poi il tempo passò e altri fantasmi vennero a prendere il suo posto.
    
    Una mattina, qualche mese dopo, mi ero fermato in un bar del centro per prendere un caffè, quando lo vidi entrare e avvicinarsi pure lui al banco. Ordinò un cappuccino, poi, per fare spazio ad un paio di clienti, si tirò dalla mia parte, urtandomi leggermente.
    
    “Mi scusi.”, si girò verso di me.
    
    Ebbi un tuffo al cuore: visto di giorno e così da vicino, il suo volto, ombrato dalla corta barba, aveva un che di tenebroso che lo rendeva ancora più affascinante. Notai che aveva anche un cerchietto d’oro all’orecchio sinistro. Io gli sorrisi.
    
    “Buongiorno”, gli feci con tono familiare.
    
    Lui aggrottò le ciglia, chiedendosi evidentemente chi fossi. Mi sentii all’improvviso terribilmente imbarazzato: come potevo pretendere che si ricordasse di me, di una faccia intravista per un momento parecchio tempo prima? Ero io che avevo memorizzato la sua immagine negli archivi della memoria (sezione: Bonazzi,) ero io che mi ero ...
    ... consumato l’uccello a furia di seghe, pensando a lui!
    
    Sempre aggrottando le ciglia, mi chiese:
    
    “Scusi, ci conosciamo?”
    
    Comprensibilmente, il mio imbarazzo crebbe ancora di più, mentre un vago senso di gelo mi prendeva il cuore. Ma ormai la frittata era fatta…
    
    “Lei è Matteo, vero?”, feci, sentendomi un perfetto imbecille.
    
    Lui scosse la testa con aria interrogativa.
    
    “Ci siamo conosciuti qualche mese fa. - balbettai – Sono un amico di Carlo e Federica… in pizzeria…”
    
    “Ah, capisco… - disse allora – Come va?”
    
    Era il tono di chi non ricorda e non gliene frega assolutamente niente. Dovevo apparirgli un vero idiota, tanto più che adesso non sapevo più come andare avanti. Beh, in certe situazioni, la strada migliore è la fuga.
    
    “Bene. – risposi e feci finta di guardare l’orologio – Mi scusi, ma devo scappare. Mi ha fatto piacere incontrarla.”, e gli porsi la mano.
    
    Lui me la strinse e la scossa elettrica mi fece nuovamente formicolare il braccio.
    
    “Arrivederci”, disse lui e tornò al suo cappuccino.
    
    Uscii dal bar che mi tremavano le gambe per l’emozione e l’imbarazzo… avevo bisogno di allontanarmi il più possibile da quel posto. Feci quasi di corsa qualche centinaio di metri, poi mi fermai davanti ad una vetrina, dove c’era un’esposizione di film in DVD a prezzi stracciati. Ne vidi uno che mi interessava ed entrai per comprarlo: avevo bisogno di tirarmi su dopo la figuraccia di poco prima. Stavo giusto uscendo dal negozio, quando lo scorsi una decina di ...
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