1. Bisonti della strada - 1


    Data: 08/03/2018, Categorie: Gay / Bisex Autore: adad

    ... metri più in là che veniva nella mia direzione sul marciapiede. Mi fermai sulla porta del negozio, facendo finta di guardarmi attorno come a cercare qualcosa. Arrivato alla mia altezza:
    
    “Toh, ci si rivede.”, disse con un sorriso.
    
    Io feci scherzosamente spallucce:
    
    “A volte il destino è curioso!”, gli risposi, sorridendo a mia volta.
    
    “Mi scusi per poco fa, ma davvero non riuscivo a mettere a fuoco…”
    
    “Succede.”, dissi io con noncuranza.
    
    “Ma adesso mi ricordo perfettamente di lei… Luca, vero?”
    
    Il fatto che si fosse ricordato il mio nome mi sorprese e in un certo senso mi lusingò.
    
    “Bravo, complimenti!”
    
    “Beh, quando mi ci metto, ho buona memoria. – scherzò lui – Va da quella parte?” e indicò davanti a sé.
    
    A dire il vero avrei dovuto andare nella direzione opposta, ma mai più avrei perso l’occasione di passare qualche minuto con quel tenebroso, magnifico maschio.
    
    “Sì”, gli risposi e mi incamminai al suo fianco.
    
    “Sa, - continuò – avevo le idee un po’ confuse, anche perché quella sera, dopo la pizzeria, ho bisticciato con la mia ragazza e mi ha mollato.”
    
    “Oh, mi dispiace.”, esclamai, mentendo spudoratamente.
    
    Che stupida… pensai, lo avessi avuto io, col cazzo che lo mollavo un manzo del genere!
    
    “A me no! – fece lui con un sorriso quasi malizioso – A pensarci bene era una vera stronza!... Oh, mi scusi.”
    
    Io gli sorrisi, come a dire: Non c’è problema. Continuammo a chiacchierare. L’ansia e quel
    
    senso di imbarazzo che provo in genere ...
    ... davanti alle persone che non conosco, erano scomparsi quasi subito e stupiva perfino me quella corrente di simpatia e di confidenza che si era instaurata fra noi.
    
    Per fortuna, Matteo era una di quelle persone che non corrono per strada, che non ti costringono ad arrancargli dietro, ma procedono con calma, dandoti così modo di ascoltare, di pensare, di organizzare un discorso. Il tempo di fare il pezzo di strada per arrivare alla sua macchina e già mi aveva raccontato buona parte della sua vita, segno che doveva essere una persona molto sola, nonostante tutto.
    
    Fra le altre cose, mi disse, pensate, di essere camionista! Il che non poteva che aggiungere nuova legna al fuoco delle mie fantasie porco-erotiche. Ma arrivammo alla sua macchina.
    
    “Le do un passaggio?”, si offrì.
    
    Avrei accettato di corsa, ma mi imbarazzava fargli capire che ero andato in quella direzione per niente.
    
    “La ringrazio, - feci, allora,- ma ho altre commissioni da fare.”
    
    “Sarà per un’altra volta. Abita nel palazzo di Federica, vero?”
    
    “Sì, al piano di sotto.”
    
    “Allora, se capito da quelle parti, passo a salutarla.”
    
    “Magnifico! – esclamai, forse con un po’ troppo calore – Ma a una condizione.”
    
    Lui mi guardò, aggrottando le ciglia con la solita espressione interrogativa.
    
    “Che la smettiamo di darci del lei. Che ne dice?”, proseguii.
    
    “Perfetto, - rispose lui, con un sorriso che mi fece sciogliere il buco del culo – Allora passo
    
    a salutarti, Luca.”
    
    “Ci conto!”
    
    Ci salutammo e ...
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