Bisonti della strada - 1
Data: 08/03/2018,
Categorie:
Gay / Bisex
Autore: adad
... maschi, li devi prendere per la gola, se vuoi che loro passino per la tua!...come diceva sempre una mia amica checca.
“No… ti ringrazio…”, fece lui un po’ imbarazzato.
“Dai, volentieri!”, insistetti.
“Ma no, non disturbarti… “
“Nessun disturbo. Mi piace avere ospiti. Dai, vieni di là.”, e senza ascoltare le sue proteste, lo presi per un braccio e lo guidai in cucina.
Devo dire che fu carino: mi aiutò a lavare l’insalata, ad apparecchiare la tavola e a
mantenere viva la conversazione; apprezzò discretamente, senza smancerie, quello che avevo preparato e lo mangiò di gusto; e alla fine mi aiutò perfino a sparecchiare e mettere a posto. Fu una cena molto simpatica e io mi sentii davvero soddisfatto, tanto più cha Matteo non sembrava avere nessuna fretta di andar via. Continuammo, così, a chiacchierare in soggiorno, sorseggiando un amaro.
“Non hai proprio l’aria di un camionista.”, gli dissi ad un certo punto, scherzando.
“Perché?”, fece lui, aggrottando le ciglia.
“Perché uno si immagina sempre un omaccione grande, grosso, e con una pancia così…”, e allargai le braccia a cerchio.
Matteo scoppiò in una gran risata.
“”Beh, qualcuno ce n’è anche, ma non siamo tutti così, dai!”
“Devo ammettere di no!”, concordai, guardandolo con scherzosa intenzionalità.
Scherzosa?
“E’ strano, però, come la figura del camionista colpisca l’immaginazione della gente, soprattutto sul piano erotico. – azzardai - Chissà le avventure che ti capitano durante i ...
... tuoi viaggi.”
“Già, non male…”, glissò lui e distolse lo sguardo, come se quei discorsi lo imbarazzassero.
Da parte mia, mi resi conto che stavo andando in fregola e cercai di darmi una calmata. Onestamente parlando, non c’era niente nei suoi atteggiamenti che potesse far presupporre un qualche interesse di quel tipo nei miei confronti.
“A parte tutto, - ripresi, allora, assumendo un tono più serio – il vostro lavoro dev’essere terribilmente stressante.”
“Già, ore e ora in autostrada, devi macinare chilometri su chilometri; mangiare negli autogrill e dormire in una cuccetta anche per settimane. Non è una passeggiata, te l’assicuro.”
“Ti credo, dall’esterno, vediamo solo gli aspetti, diciamo, piacevoli: che viaggiate, girate il mondo…”
“Questo è vero, anche se poi non abbiamo mai il tempo neanche di tirare il fiato: arrivi, scarichi, ti concedi al massimo una doccia, ricarichi e il giorno dopo riparti. Ci sono sempre le eccezioni, certo, come mi è successo qualche settimana fa, che sono andato a Berlino e, dopo la consegna, ho dovuto aspettare un paio di giorni per via di certi disguidi burocratici; così ho potuto guardarmi un po’ attorno.”
“Qualche volta, - dissi, trascinato da questa corrente di confidenze che si era instaurato fra noi – penso che mi piacerebbe andare in un autogrill e farmi imbarcare da qualche camionista… - mi bloccai in tempo – Cioè, di chiedergli un passaggio e accompagnarlo nel suo giro.”
Matteo mi lanciò un’occhiata strana, poi ...