Relazione virtuale - cap. 4°
Data: 09/03/2018,
Categorie:
Sesso di Gruppo
Autore: prassitele
... e debbo ricorrere al pronto soccorso.”
“Ma no, non preoccuparti.” Intervenimmo contemporaneamente Fausto ed io. Poi io proseguii. “Se ti va, anzi, di provare Sansone nel tuo culetto, ti prometto di usare tutta la delicatezza possibile per non farti male. E poi, ricordati che lo sfintere è un organo molto elastico, dovendo essere disponibile, in caso di estrema stitichezza, a far passare anche ammassi consistenti, sia per durezza che per dimensione. È un po’ come la fica, idonea a dilatarsi parecchio nel momento del parto per far passare il bambino.”
“Beh,” fece Miranda rassicurata da quell’osservazione, “allora preferisco che sia Guido a mettermelo dietro.”
Senza istruzione alcuna, Miranda si sollevò dalla poltrona, girandosi in maniera che Fausto potesse scivolare sotto di lei, in posizione supina; lei gli si adagiò sopra con le gambe piegate, impalandosi con la sua fica sul cazzo di Fausto. Dopo alcuni dondolii di assestamento, accompagnati da mugolii di piacere, si piegò in avanti, addosso a lui, scoprendo tutto il suo posteriore con le natiche ben allargate ed il buchetto del culo, perfettamente roseo e simmetrico, esposto alla mia visuale.
Fu giocoforza a quel punto concentrare tutta la mia attenzione su quelle meraviglie di madre natura che si offrivano al mio sguardo: due glutei supersexy tra i quali faceva bella mostra di se un bocciuolo roseo, perfettamente tondo, con una perfetta raggiera di righette che lo facevano assomigliare ad un piccolo ...
... sole.
Mi venne spontaneo adagiare su quel sole le mie labbra e deporvi un tenero bacetto. Ma non me ne staccai subito, e con la punta della lingua provai a titillare quella apertura.
Un sonoro mugolio di piacere fece eco, da parte di Miranda, a quel mio gesto. E visto che a lei piaceva continuai a spingervi dentro la punta arrotondata della mia lingua.
Le sue reazioni erano continue dimostrazioni di piacere e di soddisfazione. Pensai di rincarare la dose bagnandomi di saliva un dito ed appoggiandolo a quel delizioso buchino. La risposta non si fece attendere: il buchino si allentò un poco, dilatando il suo ingresso e consentendo al dito una lenta ma costante penetrazione. Ma il mio dito sentiva la ristrettezza dell’andito in cui era penetrato, aveva scrupolo a penetrare più a fondo, a muoversi in quella stretta galleria cercando di dare il piacere della carezza.
Mi ricordai in quel punto che, a fianco della poltrona, vi era un piccolo mobile bar dentro il quale avevo intravisto un flacone di panna montata. Era un flacone di quelli che rendono facile aggiungere panna al caffè, solo piegando il beccuccio del flacone e questo provocava l’apertura della valvola che faceva uscire la panna, spinta dal gas interno. Allungai una mano verso il mobile bar, lo aprii ed afferrai il flacone della panna, ne feci uscire un grumo grosso quanto una noce e col dito la raccolsi e la portai all’ingresso del paradiso posteriore di Miranda.
Spalmai ben bene la panna montata intorno al buco e ...