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Brasa scoerta - seconda parte
Data: 11/03/2018, Categorie: Prime Esperienze Autore: Honeymark
... soprattutto per via dell’epilazione. Puoi tornare a prenderla tra un paio d’ore? - Volevo vedere il taglio del pelo… - Ti faccio una traccia, l’approvi, poi te ne vai. OK? - Va bene. Prese dei cerotti particolari, di forma ovale lunga e stretta. Ne scelse uno, tolse la protezione dell’adesivo e poi andò ad applicarlo alle grandi labbra della figa. - Non è una questione morale o di pudore. – Mi spiegò. – Ma igienica. - Lo apprezzo. Prese una macchinetta da barbiere e si mise a lavorare sulla traccia che gli avevo mostrato. - Va bene così? – Mi domandò dopo qualche secondo. – È un taglio grossolano ma se va bene poi lo sistemo. - Sì, – risposi meravigliato per l’abilità. – Perfetto. - Aspetta. – Aggiunse. Allargò i distanziali in modo che le gambe di Lorenza si spalancassero. Paolo si mise a sedere dove prima mi ero messo io. Prese l’interno delle natiche e le allargò per mostrarmi meglio il buco del culo. - Qui tutto il pelo va via, vero? - Esatto. - Bene, allora vattene perché ora ho da fare un lungo lavoro di fino. - Le metti una candela nel culo per facilitarti il lavoro? - No, non serve. Lo faccio solo con gli uomini. Vai adesso. Baciai Lorenza sulla fronte stringendole la mano. - Ti lascio in buone mani, – le dissi. – Vengo a prenderti dopo. Un po’ prima delle 20 passai a prenderla. Era pronta. - Fatto tutto? – Domandai a entrambi. - Sì, certo – disse lui, con voce stanca. – È stato un lavoraccio. Vuoi ...
... vederla? - No, grazie. La guarderò a casa. - Mi farai conoscere il tuo parere. - Ti ha fatto male? – Chiesi a lei, che invece era del tutto rilassata. - No, – rispose. – Il tuo amico lavora bene. - Allora, se te la senti, ti porto a cena. - Me la sento di fare questo e altro! - Beata lei, – aggiunse Paolo, sfinito. – Io non mi reggo più. Diedi 200 euro a Paolo, il quale però me ne restituì 100. - Agli amici faccio sempre lo sconto. In verità non eravamo amici come voleva lui. - Se un giorno hai tempo, preparo anche te. Sorrisi, lo ringraziai ancora e ce ne andammo. - Simpatico il tuo amico, – disse una volta passata l’ordinazione in un ristorante diverso dal solito. – Ha parlato benissimo di te, credo che ti ami. - Dai, Lorenza… - Beh, non ti piacerebbe che ti leccasse le palle mentre mi inculi? - Lorenza, ma che linguaggio! Ti sto insegnando a diventare una signora… - Quando sto con te, lasciami usare il linguaggio che mi pare, – sorrise. - D’accordo. Però allora fai quello che ti ho detto. Tieni sul tavolo la mano sinistra anche se stai mangiando solo con la destra. E sorridi sempre con educazione. - Quali sono le posate per l’antipasto? - È facile da ricordare. Si comincia con le posate più piccole. - Non voglio fare la figura di Pretty Women… he he Sorrisi anch’io. - Cos’è la storia delle candele? – Chiese poi. – Prima che te ne andassi avevi chiesto a Paolo se voleva mettermi una candela… - Sì, – dissi ...