1. Triangolo familiare. Scene d'incesto da tre prospettive. La prospettiva di Vanni.


    Data: 18/03/2018, Categorie: Incesti Autore: Tibet, Fonte: EroticiRacconti

    Inutile... non so resistere al sesso torbido... T. Vanni: La guardo sdraiata sul lettino al sole. E considero quanto è diversa da quella che pensavo fosse fino a qualche giorno fa. Siamo fratelli, ci separano solo quattro anni d’età, siamo tanto simili nell'aspetto quanto differenti di carattere e personalità. Lei ne ha ventisei, è laureata, due master importanti, ha preso in mano tutta l’amministrazione dell’azienda di famiglia, un’intelligenza tutta votata alla razionalità, io invece sono ancora in preda a tutti i dubbi esistenziali possibili, frequento filosofia ma con scarso successo, viaggio, ma non trovo uno scopo, non so dove indirizzare la mia vita. Mi piace scrivere, ma non ho argomenti validi da esporre. Mia madre e mia sorella fanno si che possa fruire di tutti i vantaggi della posizione familiare e del loro lavoro, non chiedendomi nulla e non facendomi alcuna pressione per un mio cambiamento. Mia madre, rimasta vedova quando noi eravamo bambini, sembra nostra sorella appena un po’ più grande, è una donna dedita al suo lavoro e molto simile come carattere a mia sorella. Io sono il sognatore di casa, un po’ compatito e viziato da ambedue…. Da qualche giorno guardo Giò, si… Giò, diminutivo di Giovanna, nostro padre, alla nostra nascita, ebbe la grande idea di chiamarci Giovanna e Giovanni, provocando in noi un’avversione per questi nomi quasi patologica, alleviata dall'utilizzo costante dei diminutivi: Giò... infatti per lei e Vanni per me. Quindi dicevo, da ...
    ... qualche giorno guardo Giò con degli occhi diversi, esattamente da sabato…. Sono destato dalle mie fantasticherie dalla sua voce. “Vanni?”. “Si?”. “Mi sposti l’ombrellone? …Mi lasci solo le gambe al sole…”. Mi alzo e sposto l’ombrellone, lei è distesa pancia sotto, indossa solo gli slip, il costume le lascia i glutei completamente scoperti, distolgo a fatica gli occhi e vado in cucina, prendo una coca per me e per lei preparo una mistura d’orzata e menta con acqua minerale e ghiaccio. “Bravo! Vedi che funziona la telepatia fra noi? Avevo pensato quanto sarebbe stato carino se tu mi avessi portato da bere e questo è avvenuto…”. “Peccato che non funzioni per altre cose…”, ribatto. Si mette a sedere, prendendo il bicchiere. Il suo seno nudo, che qualche giorno prima non notavo nemmeno, ora mi mette a disagio, distolgo gli occhi. “Che hai? E’ qualche giorno che sei così acido, …che ti ho fatto?”. “Prova con la telepatia…”. Mi rimetto a sedere. Dopo un po’…. “Vanni?”. “Si?”. “Mi spalmi un po’ di crema sulla schiena? Per favore…”. Sbuffando mi alzo, m’inginocchio di fianco al suo lettino, prendo della crema e inizio a spalmarla sulla schiena, lentamente e delicatamente, la sua pelle è levigata e calda, mi trasmette attraverso le mani delle sensazioni piacevoli. “Vanni?”. “Si?”. “Su… dimmi cosa c’è, sento che sei arrabbiato…”. Non sono solo arrabbiato, sono confuso, frastornato e dal sabato precedente non ho in testa che una visione…. Ho timore a parlarne…. “Non sono arrabbiato, è che da ...
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