Due palmi sotto il sole
Data: 05/09/2017,
Categorie:
Sentimentali
Autore: CLAUDIO TOSCANI
... monetario ha scombussolato tutto.» «Eccone altri quindici. Ora fila via filibustiere perché ho telefonato a Sorrentino e le pizze stanno già cuocendo. Ah rammentati di dirgli di cuocerle bene senza bruciacchiarle.» Lorenzo uscì da casa con le labbra assottigliate da un risolino volpino. “Venti me li ha dati il babbo, quindici mi avanzano, cinque me li sconta Sorrentino, perciò sono quaranta euro tondi, tondi. “Che giornatina!” Arcano Mauro miscelava i colori quando un ticchettio attirò la sua attenzione. La camicetta color crema, la gonna lilla a pieghe ampie, corta sul ginocchio, sulla quale spiccava una cintura viola, e i sandali a mezzi tacchi, anch’essi lilla, conferivano a Silvia un’immagine radiosa. Il rossetto purpureo e la sfumatura d’ombretto malva le davano lucentezza al viso e un aspetto di sbarazzina sensualità. Procedette verso di loro, la gonna ondeggiante sulle ginocchia. Perfino il padre s’incantò a guardarla. Mauro posò il pennello e la salutò con un imbambolato “ciao”. «Ho saputo che ceneremo in casa», disse Silvia con ostentata padronanza. «Me l’ha proposto tuo padre. Io non…» «Mauro va benissimo non preoccuparti, così potrò ridarmi un ritocchino al trucco dopo cena», lo rassicurò Silvia con una leggera carezza. Poi aggiounse: «Allora come procede il restauro dello sgorbio?» Ignorandolo, Silvia obbligò il genitore a spostarsi. «Mi hanno riferito che vuoi fare il miracolo di migliorarlo.» «Stavo per cominciare...» Lei gli sfiorò la guancia con le labbra per ...
... non sporcarlo di rossetto, quindi redarguì il padre con un tono quasi perentorio: «Pa’ per quanto tempo hai intenzione di sequestrarmi Mauro?». “Te saludi ritucch. Ura ul Leunard, al ma va in del balun.” Borbottò Riccardo tra se. Sbuffò spazientito e mise l’orologio davanti agli occhi della figlia. «Tra dodici secondi esatti inizierà a salire il primo gradino di casa. Silvia potresti andare ad aiutare tua madre a sbrigare qualche faccenda?» Lei finse di ignorare il consiglio, gli fece una smorfia perché intendesse quanto lo scarabocchio che Mauro si accingeva a migliorare fosse irrecuperabile. «Silvia ostrega», brontolò Riccardo «vuoi levarti di torno?» Lei schioccò al padre un bacio sulla guancia e si allontanò frettolosa. Si soffermò a osservarli qualche istante. Poi scomparve dietro il cantone lasciando impressa nella mente di Mauro l’immagine svolazzante della sua gonna. «Te l’avevo detto che le avrebbe fatto piacere se aveste cenato in casa. Li conosco i miei figli.» Riccardo scosse il capo e commentò col tono meditato di chi rifletteva sulle arcane sottigliezze dei comportamenti femminili: «Mauro, le donne sono così strane che nessuno riuscirà mai a capirle.» Ravvivando luminosità di una nube, lui fece un assorto cenno d’assenso. «Te sé propi in gamba.» Guardando Riccardo, a Mauro venne da sorridere. «Cusa l’è che l’ghé?» «Silvia gli ha lasciato l’impronta delle labbra sulla guancia.» «O’Ssignur! È meglio che vada a pulirmi prima che qualcuno mi veda.» Tenendosi coperto ...