Due palmi sotto il sole
Data: 05/09/2017,
Categorie:
Sentimentali
Autore: CLAUDIO TOSCANI
... fuochi.» «Cribbio», si amareggiò Silvia «la prima volta che tocco il pisello al mio ragazzo, per poco non lo circoncido. Bisognerebbe disinfettarlo.» «Non ce n’è bisogno.» «Ma esce sangue.» «Esce perché lì ce n’è parecchio in certi momenti ma è solo un graffio.» Mauro vide le guance di Silvia rigarsi di lucciconi. «Prova a pensare al lato buffo», le disse per consolarla «se un regista usasse quel che c’è successo per la scenetta di un film comico, basterebbe perché faccia cassetta. La abbracciò per consolarla dondolandola adagio. «Mauro, insisto per disinfettarlo. In macchina ho l’occorrente per il pronto soccorso.» «Va bene ma ora stiamocene buoni ad attendere i fuochi.» Con l’avvicinarsi della mezzanotte iniziò a giungere molta gente e il chiacchiericcio degli adulti si mescolò alle grida dei bambini che si rincorrevano improvvisando cori.» «Ona, ona, ona com’è bella la maggiolona.» «Quassù pare di stare al cinema, in galleria», disse un uomo di mezza età che conversava con un gruppetto di coetanei. «Io sono uscito dallo stadio che mancava un quarto d’ora alla fine della partita per evitare la confusione del rientro», commentò un altro. «Ho saputo che i fuochi saranno più belli dell’anno scorso.» «Ogni volta dicono così, invece li fanno sempre più miseri», dissentì un tipo panciuto. «Lo credo bene», chiosò un tale che esibiva un gran paio di baffi. «Con questo diavolo d’euro è raddoppiato tutto e i fuochi costano una barca di soldi.» «Io», disse una signora rivolgendosi ...
... al baffone «so di paesani che nemmeno un centesimo hanno sottoscritto per la festa. Non voglio fare i nomi ma tra loro c’è gente benestante.» «Poi son quelli che criticano», borbottò un’altra. «Mio cognato ruba il tempo alla famiglia per contribuire a organizzare la sagra e deve pure sopportare le lamentele di chi non muove un dito. Si sa, qualcosa è possibile sbagliare ma è facile criticare e basta. Andrà a finire che nessuno vorrà più organizzare la Maggiolona.» «Il problema è», aggiunse un’altra donna sulla trentacinquina, che con gli orecchi ascoltava e con gli occhi vigilava i figlioli, «che c’è entrata di mezzo la politica. Ho saputo che… Mirco, Luana, o scendete subito di lì o vi riporto a casa, intesi? Insomma, ho sentito dire che… » Un fiore multicolore si allargò sullo sfondo bruno del cielo e tutti tornarono bambini. Con la bocca schiusa per gli strascicati “oh” di meraviglia, la gente commentò che ogni fuoco pareva più bello dell’altro e Silvia si accese una sigaretta per godersi appieno lo spettacolo. Infine ci fu l’assordante gragnola di botti finali che fece accucciare i cani tra le gambe dei padroni. «Arrivano!» gridò un bambino. «Quest’anno li abbiamo suonati per quattro a due.» Si mise a gridare “alé ooh, alé ooh, ooh” con un gruppo di coetanei. Sul viale comparve uno strombazzante serpente di fari. Le auto dei lignanesi al monte seguivano l’ape di Ciro detto Faina perché era tradizione che concedessero a lui l’onore di trasportare l’ambito trofeo fino alla ...