Due palmi sotto il sole
Data: 05/09/2017,
Categorie:
Sentimentali
Autore: CLAUDIO TOSCANI
... chi sia l’ispiratrice.» Con gli occhi stretti in una fessura indagatrice, Mauro notò le labbra di Manuela arricciate in un sorrisetto birbone. «Con te facciamo i conti domattina. Mamma, aiuto, queste due hanno già fatto comunella.» «Hai voluto la bicicletta? Pedala!» gli rispose lei beata in cuor suo. Poiché la più appagante delle soddisfazioni per l’animo umano è suscitare invidia, già si gongolava nel pensare che a Sanfabiano si sarebbero voltati in molti a guardare quella mora passeggiare sottobraccio al suo figliolo. La cena Come antipasto Nadia e Manuela avevano preparato una specialità di casa Falaschi: crostini alla crema di pinoli e un denso passato di verdura come primo piatto, per secondo hamburger di soia con melanzane alla parmigiana, quindi formaggio pecorino accompagnato da fave appena colte dall’orto, infine la montagna di gelato e frutta. Silvia provava una tale gioia per essere al centro di tante premure da sentirsi quasi in uno stato d’ansia. Luciano fece la mossa d’alzarsi quando Nadia mise in tavola il pecorino e le fave. «Silvia, vado a tagliare qualche fetta di spalla se permetti.» «Babbo, no!» lo riprese Manuela. «Almeno stasera.» «Manu, vorresti che tuo padre rinunciasse perché ci sono io?» disse Silvia. «Faccia pure, signor Luciano. Sono l’unica vegetariana della mia famiglia.» «Lo sei da molto tempo?» le chiese Nadia. «Fin da bambina ma i latticini e le uova, li mangio.» «Per essere veri vegetariani, nemmeno quelli bisogna mangiare?» «Mamma, lo dice ...
... la parola stessa», le fece osservare Manuela. «Manuela, se non lo sapevo, non lo sapevo.» «I vegetariani più rigidi si chiamano vegani», spiegò Silvia. «Si alimentano soltanto con verdura e frutta, crude.» «Non soffrono d’anemia?» domandò Nadia. Lasciandole a dissertare sulle carenze proteiche cui andavano incontro i vegani, Luciano entrò nel cucinotto e tirò fuori la sua adorata spalla di maiale della dispensa. «La taglio anche per voi, gente?» «Per me due fettine babbo», chiese Manuela. «Eri quella che criticava.» Luciano si mise all’opera con l’acquolina in bocca. «Due anche a me», gli chiese Mauro. «Pure a me», si accodò la moglie. Luciano che a tagliar gli affettati era valente quanto a restaurare, iniziò a stendere, su un candido vassoio, lunghe e sottili fette di spalla dal colore rosso cupo che contrastava col filo di grasso, bianco rosato, sul bordo. «Presto ti arriveremo all’osso, spalletta mia», disse dando alla frase un tono musicale. «Silvia, sei capitata in un covo di voraci carnivori. Al nostro confronto il tirannosauro rex era una pecorella.» Manuela strizzò l’occhio a Silvia e le disse con un fare complice: «Tra poco metterà il vassoio in tavola e, come sempre ripete se abbiamo ospiti, dirà: “Non faccio per vantarmi ma come taglio gli affettati io, ce ne sono pochi”.» Dal cucinotto Luciano cercò di tentare l’ospite. «Silvia, ne taglio una fetta anche per te?» «Luciano non fare lo spiritoso», lo rimbrottò la moglie. «Signor Luciano non riuscirà a corrompermi», ...