Due palmi sotto il sole
Data: 05/09/2017,
Categorie:
Sentimentali
Autore: CLAUDIO TOSCANI
... lo sfidò Silvia. Facendo il tipico rumore nasale di chi gustava il boccone, lui assaggiò mezza fetta di spalla. «Silvia non sai che cosa perdi. È squisita.» «Mi fa una rabbia quando vuol dire spiritosaggini fuori luogo», brontolò Nadia. Luciano entrò in soggiorno e, quasi fosse un rito, posò in tavola il vassoio sul quale aveva steso, in bell’ordine, le fragranti fette di suino. «Non faccio per vantarmi ma come taglio gli affettati io, ce ne sono pochi. Sai, Silvia?» continuò. «Questa spalla apparteneva a un maiale allevato con ghiande e castagne selvatiche. Invece gli hamburger che abbiamo mangiato, chi te lo assicura che non siano fatte di soia proveniente da coltivazioni transgeniche contenenti geni di tacchino? Avresti mangiato lo stesso la carne per vie occulte, se così fosse.» Manuela guardò la madre come per esortarla a farlo tacere, poi sbottò: «Babbo, ora basta! Lasciala stare e levati dalla faccia quel risolino ironico.» «Che cosa ho detto di tanto sconveniente?» replicò Luciano stendendo le braccia. «Volevo solo invitarla ad assaggiare carne vera. Silvia, se ne mangi un po’ non peggiori il mondo. Ti promettiamo che saremo muti come tombe.» «Luciano, smettila, per favore», lo redarguì la moglie «sei più insistente dei bambini se attacchi a fare lo spiritoso. Vuoi un po’ di formaggio, cocca?» chiese a Silvia con un sorriso affettuoso. Avevano poi seguitato a conversare del più e del meno e quando Silvia si era affacciata nel cucinotto per aiutare a rigovernare, ...
... Manuela l’aveva spinta fuori perché andasse a fare una camminata con Mauro per smaltire tutto il gelato che si era mangiato. La passeggiata Mauro, per pudore di farsi vedere con un’altra donna che non fosse Rossana, rivolgeva lo sguardo altrove quando incontrava gente che sapeva esserne troppo conoscente. C’erano però momenti in cui il suo amor proprio sopraffaceva il disagio, cosicché gli sembrava di avere vinto la gravitazione terrestre. Vide alcuni amici seduti fuori dell’Esperia Bar cosicché, deliziandosi per il loro strabuzzare d’occhi, li salutò osteggiando passo fermo e spontaneità. Punzecchiata nella vanità femminile, Silvia accentuò il suo già sinuoso procedere. Due giovani uscirono da un portone e uno di loro chiese all’altro se il ragazzo, che li precedeva di una ventina di passi, non fosse il Falaschi.» «È proprio lui», confermò l’amico. «Puttana Eva con che gnocca s’è messo! Rossana che fine ha fatto?» «Giorgio», sogghignò Massimo «vivi a Sanfabiano o sulla luna? È da mo’ che hanno rotto. È successo dopo il veglione di carnevale allo Smeral… cazzo se quella mora avesse il viso come il culo sarebbe un pezzo di fica stratosferica.» «Già, a volte si buscano certe fregature», ghignò Giorgio. «Come quella che ti beccasti con la spilungona di Frattole l’anno scorso», ridacchiò Massimo. «Giorgio non farmi ripensare a quell’incubo. Mi occorsero sei mesi per spiccicarmela di torno. Il naso del povero Bagongo pareva quello di Monica Bellucci al confronto del suo. Aveva due ...