1. Due palmi sotto il sole


    Data: 05/09/2017, Categorie: Sentimentali Autore: CLAUDIO TOSCANI

    ... cartaccia?» brontolò Giorgio staccandola con rabbia. «Forse da prima che ci fermassimo a parlare col Raffa e la sua ragazza», suppose malignamente Massimo. Vide le gote del paesano rosseggiare come ravanelli lavati, prima di intingerli nel pinzimonio. Giorgio si sentiva come se la ragazza lo avesse colto in un momento in cui si era scordato di tirarsi su la cerniera della patta. «Credi che lei mi abbia visto strascinare quel coso?» «Spero di no altrimenti avresti fatto la figura di un sozzone che nemmeno sta attento a che cosa pesta», rispose l’amico ostentando un risolino di maligna compiacenza. «Porca troia, Massimo, non potevi avvertirmi?» «Mica tengo gli occhi appiccicati alle tue scarpe», lo rimbeccò il paesano sforzandosi di trattenere un’altra risatina irridente. «Ho fatto una figura di merda.» Istintivamente Giorgio si voltò per vedere se il Raffa e la sua ragazza ridessero ma inciampò sulla sporgenza di un tombino. A malapena riuscì ad evitare di cadere bocconi sul selciato. Sciorinò una sequela d’imprecazioni. «Porca zozza, dovevo proprio inciampare su quel cazzo di rialzo? Accidenti al Comune!» «Quale Comune, guarda a dove metti i piedi buzzurro», sogghignò l’amico. «Massimo», commentò Giorgio «quella Silvia ha il viso più bello delle chiappe. Puttana Eva che gnocca! Coscia lunga taglio fine. «Che accidenti vuol dire “coscia lunga taglio fine”? domandò Massimo. «Che tra le cosce ha qualcosa di meravigliosamente seducente tutto da lecc…! Hai notato che bocca ben ...
    ... disegnata? Mi sento arrapare da certe fantasie se vedo labbra così.» Il Raffa ha una fortuna sfacciata con le donne. Anche Rossana è una bella fichettina ma questa ha un paio di fianchi che ti fanno immaginare quanto sia a regola d’arte la fessura che ha tra le cosce. Donna che muove bene l’anca o è maiala o poco ci manca», aggiunse. Pure Massimo non poté trattenersi dal curiosare per “valutare” quanto fossero motivate le impressioni dell’amico, poi giudicò il procedere posteriore della mora con un’espressione meno boccaccesca. «Per me, quella Silvia, ha il passo elegante della donna di classe e ancheggia in modo raffinato, difficile da vedersi. Pensa piuttosto a tua cugina che, da come sculetta, delle troie sembra la regina.» Si lasciò andare a un ghigno soddisfatto per la rima riuscita, evitò una gomitata dell’amico, poi si domandò, a voce alta, chi fosse la stangona e da dove venisse. Con sua sorpresa, Giorgio gli rispose: «Il suo viso non mi è nuovo. Mi pare di averla notata quando accompagnai mia sorella in città, a una svendita stagionale dell’emporio CIEFFE. Quell’ambiente è vasto e con diversi reparti. C’era una tale ressa di clienti che gli diedi solo un’occhiata perché dovevo stare attento a non perdere di vista mia sorella. Un dettaglio, però, lo ricordo bene; indossava un grembiule bianco mentre quello delle altre commesse era celeste, quindi suppongo sia perlomeno una caporeparto. Proverò a domandarlo a Radiobecera. Quello è talmente impiccione da sapertene dire ...
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