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Due palmi sotto il sole
Data: 05/09/2017, Categorie: Sentimentali Autore: CLAUDIO TOSCANI
... vita e miracoli, se stasera gli capitasse di vederla.» Giorgio rimuginò tra se qualche istante prima di domandare al paesano: «Massimo credi che il Raffa verrà a giocare?» «Ho i miei dubbi.» «A me, lei, è parsa disponibile.» «Cambierà idea quando scoprirà che Mauro dovrà allenarsi sacrificando parecchie sere», commentò Massimo. Guardò l’amico con un’aria commiserata e soggiunse: «Tu non le conosci proprio le donne. Non rammenti la fine fatta da Misdea e Caluvia? E Gnacchera? Lui era il più compagnone di tutti. Neanche legato sarebbe rimasto in casa, la sera, ma da quando s’è fidanzato con la Marzia nemmeno al bar s’è più rivisto. Lei gli ha fatto inzuppare il biscotto nella cremina calda, poi l’ha chiuso in casa.» «Massimo vuoi sapere come la penso? Mi farei mettere briglia, cavezza, attaccare al barroccio e manderei affanculo te, gli amici del bar e il torneo se mi capitasse la fortuna di fidanzarmi con un pezzo di figliola come quella Silvia.» Un incontro da evitare Per la strada di casa Silvia domandò a Mauro se la mostra di cui aveva accennato ai suoi amici l’avrebbe fatta a Sanfabiano. «No, in una città importante ma ancora non so dove.» «Non me ne avevi parlato.» «Me l’ha proposto Fabrizio lunedì scorso. Penserà lui a organizzarla ma non prima di due anni.» «Cacchio mi sa che ti dovrò tenere d’occhio. Negli ambienti artistici le donne sono troppo disinibite.» «Silvia, non ess…» «Così giochi al pallone?» tagliò corto lei. «Giocavo. Fino a un paio d’anni fa ero ...
... titolare della Sanfabianese. Ho smesso a causa dei troppi impegni di lavoro. Poi mi sono fidanzato con Rossana e a lei non andava seguitare a sacrificare ogni domenica pomeriggio.» «Ho capito non aggiungere altro perché meno me la rammenti, meglio sto. Che ruolo avevi nella squadra?» «Hai detto ruolo? T’intendi di calcio?» «Ogni tanto sento che lo dice mio padre. È tifoso dell’Inter. Gli è rimasto il cordone ombelicale. Allora, che ruolo avevi?» «Portiere.» «Ciumbia! Eri bravo?» «Abbastanza. Erano le palle alte che mi mettevano in difficoltà. Al torneo dell’anno scorso riuscii a fare giungere in semifinale una squadra sgangherata che non ti dico. Parai perfino un rigore.» «Lo tirarono a mezza altezza?» «Spiritosa!» «La semifinale com’è finita?» «Abbiamo perso quattro a zero.» «Cacchio, un tracollo! Ti chiamano Raffa per le tue capacità di arraffare i rigori?» «Non è per questo ma per l’abitudine che ho sempre avuto di fare il ritratto a chiunque, appena mi capita a tiro un foglio e una matita. Da ragazzino mi chiamavano Raffaello. Poi sono passati all’abbreviativo ed è venuto fuori Raffa.» Accetta la proposta dei tuoi amici», gli rispose Silvia guardandolo con un’espressione indulgente. Vengo a farti il tifo.» «Tra poco dovremo iniziare ad allenarci due o tre volte ogni settimana e disputare partite amichevoli per affiatarci. Ognuno ha il suo lavoro e potremo farlo solo di sera o sacrificare il sabato e la domenica. Il tempo per stare insieme ne rimarrebbe ben poco per giugno e ...