1. Due palmi sotto il sole


    Data: 05/09/2017, Categorie: Sentimentali Autore: CLAUDIO TOSCANI

    ... “Scalza non passeresti inosservata e se ci beccasse la polizia, ci porterebbe in questura e ci farebbe un verbale per adunata sediziosa e tumulti.” “Se vengono i proprietari, che cosa gli dico?” “Che passavi per strada col tuo ragazzo, siete rimasti coinvolti nei tafferugli, avete trovato riparo qui dentro e lui è andato a cercarti degli abiti asciutti.” “Se non ci credessero e volessero chiamare i carabinieri?” “Allora piangi. Funziona sempre per una donna.” “Come ti chiami?” “Riccardo. Tu?” “Tiziana.” “Hai il viso più bello del nome.” “Lascia stare i complimenti, Riccardo, e cerca di tornare presto.” «Tornò?» domandò Mauro poggiandole l’orecchio sull’addome. «Spiritoso, non ci saresti ad ascoltare se mi brontola la pancia.» Lui si lasciò andare a un beato sorriso. «Quando giunse mio padre trovò la porta spalancata. Due operai caricavano sacchi di cereali in un furgone. Non sapeva che fare. Uno di loro, vedendolo che occhieggiava, disse che avrebbe trovato la sua morosa nella stanza in fondo al magazzino. Siccome esitava ad andarci, quello lo rassicurò, dicendogli: “Cià ndem giunot, che t’accumpagni da la tò murusa.” Vedendolo ancora indeciso, seguitò: “Ehi student, ghe sun minga i carabiné, ostrega, fides!” «Trovò mia madre seduta accanto ad una stufetta elettrica. Sorseggiava tè bollente. Quella gente le aveva persino rimediato scarponi da montagna perché tenesse i piedi al caldo.» «E dopo?» «Lei si buscò un forte raffreddore, mio padre andò a trovarla e da quel giorno ...
    ... incominciò la loro storia. Pure lui era al primo anno universitario. Frequentava la facoltà di matematica. Per mia madre iniziarono anni difficili perché mio padre credeva nel riscatto del proletariato dallo sfruttamento capitalistico. Aveva otto anni quando perse il padre muratore, in un incidente sul lavoro, per via di un ponteggio malandato. Sicuramente si era portato dietro un profondo risentimento nei confronti della società per quell’accaduto. Così, nell’ultimo anno di liceo, entrò nella militanza politica per incitare gli operai a unirsi agli studenti e battersi contro i padroni. Sapessi quante volte mia nonna Martina mi ha confidato: “Se el ghera no la tò ma’, che l’frenava, ul tò pa al podaria ess accuppà.” Mia madre dovette passare parecchie notti in casa di mia nonna che penava perché lo sapeva fuori alle assemblee o a occupare le scuole. Una volta rientrò all’alba con la camicia intrisa di sangue. Il suo gruppo aveva avuto uno scontro con studenti di destra e si era buscato una coltellata dalla parte del fegato. Siccome era una ferita da taglio e i medici sarebbero stati obbligati a informare la polizia, lui preferì rinunciare all’ospedale. Così gli dovettero fermare l’emorragia premendogli sulla ferita un asciugamano riempito di ghiaccio. Fortuna volle che lo avessero preso di striscio.» «Era un bello sciagurato», commentò Mauro. «Tua madre non ha mai pensato di lasciarlo?» «Era innamorata e mia nonna paterna si raccomandava che non lo facesse. Trovarsi senza ...
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