Due palmi sotto il sole
Data: 05/09/2017,
Categorie:
Sentimentali
Autore: CLAUDIO TOSCANI
... addormentare narrandole di boschi abitati da creature meravigliose, che costruivano le loro dimore con diamanti, smeraldi e rubini, di pianeti con due soli in cui mai si faceva notte, ma la fiaba che preferiva era quella di Brunella e l’uccellino verzellino. «Babbo, rammenti quando mi rifiutavo di dormire se prima non mi avevi raccontato la novella di Brunella e l’uccellino verzellino?» «Eri una birba.» «Me la racconti?» «Silvia hai vent’anni.» «Che importa? Così le gocce mi faranno effetto più rapidamente.» «Nel frattempo sarò io a perdere il sonno.» La figlia agitò le gambe, proprio come faceva da bambina quando lui, cadente per il sonno, si sentiva scrollare perché terminasse la fiaba. «Dai babbo! M’immedesimavo tanto in Brunella che mi pareva d’essere lei.» «Mettiti giù però.» Silvia si sdraiò supina, tenendo sempre ben stretta la mano del padre. «C’era una volta una graziosa contadinella di nome Margherita, ma aveva gli occhi così neri e i capelli tanto bruni che le genti del contado la chiamavano Brunella. La sua famiglia era molto povera e non possedeva specchi, così Brunella, civettuola come tutte le giovinette, l’unico modo che aveva per rimirarsi e pettinarsi, era di specchiarsi sull’acqua limpida di una piccola sorgente, ai margini del bosco. Un bel mattino di fine agosto, tiepido e soleggiato, stava pettinando la sua lunga chioma bruna,quando….» Riccardo osservò le palpebre della figlia divenire pesanti, la stretta della sua mano allentarsi. Si soffermò ancora ...
... un po’ per accertarsi che respirasse senza affanno. Poi spense la luce. Segreti «Silvia non riusciva a prendere sonno?» si preoccupò Tiziana. “Mi pareva impossibile che dormissi. Le ho portato un bicchiere di latte e un po’ di gocce, quelle che mi aveva prescritto il dottore.» Ora, con la famiglia tutta in casa e ognuno sul suo letto, Tiziana si sentiva rincuorata. «Rico, sei andato a vedere se Mauro dorme?» «Tossisce un po’ ma va tutto bene.» Riccardo accarezzò la moglie sul collo, nei punti in cui la pelle incominciava a incresparsi, ma la ragazza dallo sguardo dolce e risoluto insieme, e le iridi così brune che quasi si fondevano con le pupille, c’era ancora. «Rammenti il giorno che ti tolsi da sotto l’idrante della celere?» Lo credo bene. Stavo per affogare. Poi quante ce ne hai fatte passare a me e a tua madre.» «Vi ho ripagato con gli interessi però.» «Vieni qua rivoluzionario.» Se lo portò al seno e gli accarezzò la calvizie che seguitava a conquistare nuovi territori. «Che cosa gridavate contro i padroni? Ah sì: “Una risata vi seppellirà.” Volevate battere il capitalismo con urla e colla per manifesti. In quanto a ridere… beh avevate sempre la faccia tetra. Il colmo è che sei diventato pure proprietario di un’azienda.» «Rammento, come fosse ieri, quando ci nascondemmo in quel magazzino di granaglie. “Questa me la faccio” pensai mentre battevi i denti», rispose Riccardo. «Sentitelo quali scopi aveva il contestatore.» Tiziana accarezzò il viso al marito e gli sussurrò. ...